Eboli, sostituiti alberi malati.

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L’intervento di sostituzione delle piante malate della città, pericolose per l’incolumità pubblica, è dettato da progettazioni sbagliate fino agli anni Ottanta. «Ci sono tantissimi alberi malati ed a rischio crollo, una situazione creata da una progettazione sbagliata nei decenni scorsi, su cui nessuno ha mai avuto da ridire – commenta il sindaco, Massimo Cariello -. E’ in campo un intervento che guarda alle piante malate, alla salute pubblica ed all’incolumità dei cittadini. L’Amministrazione ha fatto di Eboli una città attenta al verde ed all’ambiente, abbiamo approvato il piano del verde dopo il censimento e siamo uno dei pochi comuni in Italia a dotarsi di questo strumento».

In sostanza, l’intervento di manutenzione sulle piante nel centro della città è conseguenza di precisi report scientifici e di analisi approfondite, i cui risultati sono pubblici, conservati presso il Comune ed a disposizione di tutti. «Nel 2015 fu fatto il censimento del verde – ricorda l’assessore alla manutenzione, Ennio Ginetti -, con la realizzazione di specifiche schede albero per albero. I tigli presentavano e presentano gravissime patologie, a causa del formarsi di numerose cavità. Una condizione considerata da esperti del settore problematica, che aumentava notevolmente il rischio di cedimento strutturale. Tutto questo è conseguenza di una progettazione sbagliata nei decenni scorsi, che non aveva considerato altezza dei tigli e chiome folte, tanto da averli piantati a pochi metri dalle abitazioni. Gli stessi tagli, per contenere crescita e chiome, sono stati sbagliati, aumentando i pericoli. Le ferite nelle piante favoriscono la penetrazione di agenti patogeni che sgretolano il legno e le potature sbagliate hanno pregiudicato le piante, creando le patologie. L’intervento che abbiamo programmato non solo elimina le condizioni patologiche dei tigli, ma li sostituisce con alberi di alloro, in numero ancora maggiore, su scelta precisa che aumenta l’ossigenazione. Era dunque necessario ed urgente, immaginare che un ramo sano fosse da salvare nonostante l’intera pianta aggredita irrimediabilmente da agenti patogeni e pericolosi è da irresponsabili ed incompetenti. Mantenere qualche tiglio il più possibile in loco non avrebbe evitato l’intervento di capitozzatura inevitabile e sofferenza per la pianta».