Il dottor Punzi ha spiegato le caratteristiche dei tre vaccini: quello dell’azienda Pfizer-BioNTech, che arriva a dare una protezione del 95%, dopo la somministrazione della seconda dose; quello della Moderna, che dà una protezione del 94% e il vaccino di AstraZeneca, che raggiunge un’immunità intorno al 70%: ” I primi due utilizzano la molecola di mRNA messaggero mentre il vaccino di AstraZeneca utilizza un adenovirus modificato che contiene il gene per la produzione della proteina spike SARS-CoV-2”. Il dottor Punzi ha ricordato come si è sviluppato il Coronavirus che ha colpito circa cento milioni di persone nel mondo, provocando oltre due milioni di morti,:” Già nel 2016 alcuni virologi cinesi prevedevano la possibilità che un nuovo coronavirus ricombinante potesse scatenare un’epidemia che avrebbe coinvolto l’intero pianeta. In effetti, così è stato e a dicembre del 2019, ma anche prima, a Wuhan ci sono stati casi di pazienti con polmonite di origine sconosciuta. Gli epidemiologi evidenziarono che queste infezioni erano correlate al mercato ittico di Wuhan, dove erano in vendita animali vivi”. Il noto infettivologo salernitano ha ricordato quali sono le vie di trasmissione del virus: “Attraverso le droplet, le goccioline respiratorie delle persone infette, per via aerea, e attraverso contatti diretti personali, soprattutto attraverso le mani che non ancora lavate poi portiamo al viso toccando la bocca, il naso o gli occhi”. Punzi ha ribadito che la media del periodo di incubazione, dal momento del contagio al momento della sintomatologia, è di cinque giorni e che se si fa attenzione a seguire tutte le precauzioni, ormai note, il rischio d’infezione è molto basso . Punzi ha spiegato che il Coronavirus è un virus ad azione multisistemica: ” Colpisce un po’ tutti gli organi, non solo i polmoni, anche se l’apparato respiratorio è quello più colpito” e anche che la durata della protezione dei vaccini non è ancora definita con certezza: ” Le conoscenze sugli altri tipi di coronavirus indicano che la protezione dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi”.
Aniello Palumbo