«Sono costernato per la vicenda. Non posso che unirmi, innanzitutto, al dolore delle famiglie che piangono la perdita dei loro cari. Nell’attesa che la Procura svolga il proprio lavoro, se venissero confermate le prime ipotesi, mi sembra opportuno chiarire alcuni aspetti, per evitare ogni possibile fraintendimento.
Le affissioni per una campagna elettorale come quella per le elezioni regionali sono molteplici e distribuite su molte zone e comuni: ciò significa che le persone che se ne occupano sono molte, e spesso dividono il lavoro coi loro aiutanti e conoscenti. È uno dei tanti compiti che l’organizzazione di una campagna elettorale prevede: come candidato posso avvalermi dell’affissione negli appositi spazi, dopo aver nominato il mandatario elettorale ed aver dato comunicazioni alla Corte d’Appello, senza ulteriori autorizzazioni del Comune.
Non nego che tali compiti sono affidati a persone che vivono spesso in condizioni di forte disagio: l’umiltà del lavoro gli permette così di guadagnare, forse poco, ma nella legalità. Non avrei mai immaginato che ciò potesse degenerare in una lite e, addirittura, in un omicidio. La vicenda segnerà, inevitabilmente, questo mese di campagna elettorale e anche le future competizioni: come candidato intendo sospendere da subito le affissioni in città, e rivolgo l’invito a tutti gli altri candidati a fare altrettanto. Lo faccio per rispetto e per stemperare un clima che, anche per le continue provocazioni politiche, rischia di diventare ancor più pesante» così Lello Ciccone, commentando il duplice omicidio a Fratte, in cui hanno perso la vita Angelo Rinaldi e Antonio Procida.