In Europa le donne sono pagate in media il 16,4% in meno degli uomini per svolgere le stesse funzioni, uno scarto che in Italia è tra i più bassi dei 28 ma che tra il 2008 e il 2013 ha visto uno dei peggioramenti più sostanziali, salendo da 4,9% a 7,3%.
Sono i dati che Eurostat ha diffuso in occasione dell’8 marzo.
L’Italia si conferma dopo Malta (29,6%), il peggiore tra i 28 per la differenza tra uomini e donne occupate, quasi al 20% (con un tasso di occupazione maschile del 69,8% contro uno femminile del 49,9%), seguita dalla Grecia (19,4%).
A livello Ue, dove il tasso di occupazione femminile è più elevato, sono però un terzo le donne (contro l’8,1% degli uomini) che lavorano part-time.
L’Italia si conferma in linea con la media europea. La sola eccezione sono Finlandia ed Estonia che riescono a combinare un alto tasso di occupazione femminile e un basso tasso di contratti part-time.
Se il trend dello scarto salariale è molto lento a scendere in Ue (si è ridotto appena dello 0,9% in cinque anni), il gender gap non migliora neanche a livello di ruoli: 2 su 3 manager sono uomini, mentre i due terzi di impiegati, segretarie e commesse sono donne.(ANSA).