“La forza delle mafie non sta nelle mafie, ma sta in noi, nei cittadini. Sono tante le attività che potrebbero apparire legali, ma non lo sono: il mercato dell’abbigliamento falso, la vendita dei Cd contraffatti. Anche questo mercato è in mano alla criminalità organizzata. Sono varie le forme di illegalità che collocano alcuni cittadini in una zona grigia che dà forza alle mafie”. La ha affermato Don Aniello Manganiello, che con il noto giornalista salernitano, Andrea Manzi, ha scritto il libro “Gesù è più forte della camorra. Dalla Campania alle Scampia d’Italia”, edito da Europa Edizioni, che è stato presentato, venerdì sera, nell’Aula Consiliare del Comune di Vietri sul Mare, nell’ambito del quarto incontro della rassegna letteraria “ La Vetrina – Tè Letterario”, organizzata con il patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Salerno e del Comune di Vietri sul Mare, nella persona del Sindaco Francesco Benincasa e dell’Assessore alla Cultura, il dottor Giovanni De Simone, organizzata dai direttori artistici de“ La Congrega Letteraria “ di Vietri sul Mare: Antonio Gazia e Alfonso Mauro, con la collaborazione del Coordinatore de” La Rete de “La Congrega Letteraria”, Francesco Citarella, e quella di Daniela Scalese ed Elisa D’Arienzo, dell’associazione “Fabrica”. Don Aniello Manganiello, coraggioso prete di frontiera, che dal 1994 al 2010 ha portato avanti un progetto di riscatto della gente di Scampia, ha subito numerose minacce di morte dalla camorra, ma ciò nonostante non ha mai viaggiato con la scorta:” Un prete con la scorta è un’anomalia. Nel Dna di un prete c’è la denuncia e la difesa della sua comunità”. Nella sua comunità ha vissuto dall’interno, sporcandosi le mani, il fenomeno della camorra che, soprattutto a Scampia, fa da ammortizzatore sociale. Don Aniello è una persona di umili origini, un prete povero che vorrebbe una Chiesa povera per i poveri. Invece lui ha dovuto combattere anche contro gli uomini dello Stato e della Chiesa che lo hanno trasferito da Scampia. Don Aniello Manganiello ha sempre preso le distanze da Roberto Saviano:” Ha una visione estremamente pessimistica del territorio di Scampia, ma anche di Napoli e della Campania. Ormai nell’immaginario collettivo noi tutti siamo definiti “Gomorra”, siamo tutti camorristi, tutti irrecuperabili e questo a me fa male. Saviano non è un uomo di speranza e anche come giornalista racconta Scampia e Napoli senza obiettività, con disprezzo della verità che racconta a metà: non spiega quali sono le cause che fanno diventare un territorio ostaggio della camorra e le condizioni che favoriscono la paura e l’omertà della gente. Pensa di essere un vate che si arroga il diritto di pontificare su tutto, con supponenza e presunzione. Nel film Gomorra, e nella serie, c’è la celebrazione delle gesta della camorra. Saviano ha gettato fango su Scampia e non ha avuto alcun rispetto dei circa ottantamila abitanti che ne fanno parte, che non sono tutti delinquenti”. Manganiello ha ricordato anche di aver fondato l’Associazione Sportiva Dilettantistica Oratorio Don Guanella di Napoli :”Una realtà, quella del calcio a Scampia, che è sempre più cresciuta anche qualitativamente: siamo iscritti alla Federazione Italiana Gioco Calcio e abbiamo anche vinto la “ Junior Tim Cup”, un torneo al quale hanno partecipato 800 oratori d’Italia” e di aver fondato l’associazione “Ultimi contro le mafie e per la legalità”, presieduta da Andrea Manzi, che ha oltre 20 presidi in tutta Italia e alla quale sono devoluti gli incassi delle vendite del libro. L’Assessore Giovanni De Simone ha ricordato i tanti danni provocati dalla camorra:” Un fenomeno tristemente noto, una piaga che ha distrutto intere generazioni. Don Aniello ha combattuto la camorra stando in prima linea, con grande coraggio”. L’onorevole Alfonso Andria ha ricordato la realtà di Scampia:” Siamo in una municipalità particolare di Napoli , una zona fortemente contrassegnata dalla segregazione spaziale dovuta a questi caseggiati enormi, le “Vele”, dove spesso vivono, in poche stanze, decine di persone. Don Aniello è sceso tra la gente e ha portato, in pratica, l’altare in strada, dialogando con la comunità. Un libro che lancia un messaggio importante di responsabilità che ognuno deve avvertire su di se, che deve essere assorbito dai giovani, sin dalle scuole”. Il coautore, il giornalista Andrea Manzi, ha spiegato che la camorra è anche un fenomeno militare, di violenza:” Negli ultimi tempi lo è sempre meno. E’ un fenomeno camaleontico, mascherato, che s’inserisce nella vita delle comunità. Un fenomeno che quotidianamente seduce, condiziona la società, limita la libertà, costringe le leggi in un alveo in cui diventano inattive ed inoperose”.
Aniello Palumbo