Il Covid-19 verrà sconfitto. Questa è una cosa certa come è certo che un anno di lotte, dalle corsie degli ospedali alle proprie attività commerciali fino in famiglia, ha provato tutti noi. Finalmente però sembrano arrivare le buone notizie, quelle vere, che arrivano dai media nazionali ed internazionali sull’arrivo, a breve, di un vaccino anti Coronavirus e che lasciano ben sperare per il prossimo futuro.
Emergono però delle problematiche da un punto di vista logistico. I vaccini saranno da produrre e distribuire in quantità enormi. Forse un unicum per il genere umano. Per l’Italia, secondo una prima stima, si presuppone siano tra i 40 e i 50 milioni di dosi, solo in una prima fase. Pensiamo quindi al numero necessario solo per i cittadini europei, con dosi da distribuire in tempi brevi e con regole a dir poco rigide per non intaccare il vaccino stesso.
“Il vaccino per il Covid-19 è stato trovato e a breve sarà già pronto per la produzione in massa – afferma l’amministratore delegato di SMET, Domenico De Rosa – Questo è quello che speriamo almeno. Si vede finalmente la luce in fondo al tunnel. Ma emerge una particolarità. Senza una logistica adeguata non si potrà garantire la distribuzione ad una temperatura costante di -75 gradi, come indicato in questi giorni dai vari scienziati e dalle autorità riguardo il mantenimento del vaccino. Siamo davanti ad un antidoto che potrebbe davvero farci uscire fuori da una situazione disastrosa e unica nella nostra storia, in termini sanitari, sociali ed economici. Purtroppo si tratta anche di un vaccino molto fragile e difficile da proteggere”.
Oltre alle bassissime temperature va considerato che il vaccino, secondo gli scienziati, non può arrivare più di 4 volte anche vagamente lontano dalla temperatura richiesta. Questo significa che vi è necessità anche di una rigida costanza nella temperatura, che può avere praticamente pochissime oscillazioni di gradazione. Una temperatura inoltre che va ben oltre di almeno 4 volte quella di un congelatore medio.
Il Governo è in questi giorni alla ricerca di soluzioni ma, come afferma anche De Rosa, bisogna fare in fretta evitando ritardi nella programmazione come per la prima fase. per evitare di non avere un piano di distribuzione serio ed organizzato nel momento in cui ve ne sarà bisogno: “Noi abbiamo da subito offerto la massima disponibilità a presentare possibili soluzioni distributive – dichiara il Ceo di SMET – che siano efficaci sia nella capillare diffusione del vaccino in ospedali e altri presidi medici sia nel garantire l’assoluta protezione dello stesso, che presenta tali fragilità per quanto riguarda un eventuale trasporto. Attendiamo ora solo un confronto con le istituzioni”.
Non un compito facile per il settore logistica e trasporti quella di approntare centinaia e centinaia di mezzi pesanti con poderose celle frigo adatte ad ogni tipo di viaggio. Che sia via terra, via mare o via strada ferrata. Una sfida però che SMET ha intenzione di prendersi in pieno, coraggiosamente, mostrando un senso di responsabilità che va ben oltre il profitto.