Ogni prima domenica del mese i musei e le aree archeologiche statali sono visitabili gratuitamente.
E’ la prima applicazione della norma del decreto Franceschini, in vigore dal primo luglio, che stabilisce che ogni prima domenica del mese non si pagherà il biglietto per visitare monumenti, musei, gallerie, scavi archeologici, parchi e giardini monumentali dello Stato.
Anche alla Certosa di San Lorenzo, a Padula, domenica 2 novembre 2014 si entrerà gratis.
Il Monumento gestito dalla Soprintendenza BAP di Salerno e Avellino, diretta da Gennaro Miccio, resterà aperto al pubblico osservando il seguente orario: 9.00/19.30 (ultimo ingresso alle ore 19.00).
CERTOSA DI PADULA
La Certosa di Padula, dedicata a San Lorenzo, fu fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, Conte di Marsico e Connestabile del Regno di Napoli. L’Ordine certosino era stato istituito in Francia da San Bruno di Colonia, che nel 1084 fondò sul massiccio Chartreuse, presso Grenoble, il suo primo convento (da cui il nome dell’Ordine). Questa di Padula, con i suoi 51.500 mq., è una della Certose più grandi d’Europa e la prima ad essere fondata in Campania, seguita dalla Certosa di San Martino di Napoli e da quella di San Giacomo a Capri. La Certosa di San Lorenzo non ha conservato che a tratti il suo aspetto trecentesco; subì numerose trasformazioni nel corso dei secoli, specialmente nella seconda metà del secolo XVI e nei secoli XVII e XVIII (epoca di grande disponibilità economica dell’Ordine) durante i quali assunse l’attuale configurazione con le abbondanti decorazioni barocche. Il complesso monastico padulese crebbe di dimensione e di importanza nel corso dei secoli, fino al dominio Napoleonico, quando molti Ordini monastici vennero soppressi (Decennio Francese, anni 1806-1815). Fu allora che la Certosa di San Lorenzo venne saccheggiata e spogliata di gran parte dei tesori accumulati nei secoli: i quadri, gli ori, gli argenti, le statue ed i volumi della ricchissima biblioteca andarono dispersi. Al termine del periodo francese, i Certosini tornarono nel Monastero per alcuni anni, ma nel 1866, dopo un periodo difficile e piuttosto oscuro, si giunse alla definitiva soppressione, come stabilito dalle leggi del neonato Governo italiano.
La Certosa, pur dichiarata Monumento Nazionale dal 1882, è stata abbandonata per decenni ed utilizzata come carcere, lazzaretto, caserma, scuola e, addirittura, come campo di concentramento durante le due guerre mondiali. Dal 1982 la Soprintendenza ha intrapreso il lungo e complesso lavoro di restauro e rifunzionalizzazione degli spazi che ha ricondotto l’antica struttura all’originario aspetto; dal 1998 il Monumento è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.