«Si fermi il rumore delle armi» e «si alzi forte in tutta la terra il grido della pace», è l’accorato appello che Papa Francesco ha lanciato, in diverse occasioni, per la pace in Siria.
In Asia il regime di Pyongyang non esita a minacciare nuovi test nucleare e alza la voce contro gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea del Sud.
Ai confini dell’Europa la militarizzazione della politica estera ha spinto la Russia di Putin ad occupare la Crimea e a minacciare le regioni russofone dell’Ucraina. Una crisi che non mette in gioco solo equilibri politici ed economici internazionali ma le stesse prospettive della strategia di non proliferazione delle armi nucleari.
Sono questi alcuni delle criticità politiche e sociali de nostro pianeta. Di qui la necessità e l’obbligo per tutti i paesi, di rafforzare la sicurezza nucleare, valutare periodicamente i programmi nazionali di sicurezza nucleare, evitare che i materiali nucleari possano finire nelle mani di organizzazioni terroristiche, cosa che è accaduta recentemente a Tepojaco, paese distante una quarantina di chilometri da Città del Messico, dove è stato rubato un carico di cobalto-60, materiale usato per la chemioterapia con il quale però se, abilmente manipolato, si può costruire la bomba sporca o mini atomica.
Punti strategici per una nuova politica internazionale che hanno caratterizzato anche il recente summit mondiale sulla sicurezza. Ma dei 53 paesi che partecipano alla conferenza solo 35 si sono dichiarati disponibili a cooperare più strettamente tra loro. All’appello mancano Russia, Cina, India, Pakistan e Nigeria.
Di fronte a questo scenario preoccupante, vissuto da molti sottotraccia e tenuto ai margini dai grandi organi di informazione, l’Università di Salerno scende in campo per discutere e offrire proposte.
Disarmo nucleare e prospettive di pace, è questo il tema sul quale si confronteranno, il prossimo 10 aprile, docenti universitari e studenti dell’Ateneo salernitano. L’incontro inizierà alle ore 11.00 e si terrà presso l’aula delle lauree “Nicola Cilento”. Il convegno si inserisce nella campagna di sensibilizzazione al disarmo nucleare intrapresa da “Senzatomica”, che è stata insignita di una medaglia dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e dall’Istituto Soka Gakkai, presieduto da Daisaku Ikeda, al quale ha aderito l’Università di Salerno e Unis@und, web radio di Ateneo. Lo scopo è quello di diffondere una concreta cultura di pace e liberare il mondo dalle armi nucleari.
Al convegno, moderato da Vincenzo Raimondo Greco, giornalista dell’Ufficio Stampa dell’Università di Salerno, e da Barbara Landi, giornalista de “Il Mattino”- redazione salernitana, prenderanno parte Daniele Santi, presidente Comitato Nazionale Senzatomica, Salvatore De Pasquale, docente e componente Consiglio di presidenza della Società Italiana di Fisica (“Nucleare civile, i vantaggi di cui nessuno parla”) , Massimo Panebianco, docente di Diritto Internazionale (“La crisi della Crimea-Ucraina fra Occidente e Oriente”), Luigino Rossi, docente di Storia Contemporanea (“Bilancio e prospettive di 70 anni di era nuclare”), Anna Lisa Verdecchia, giurista costituzionale (“Le armo nucleari e l’ordine internazionale”), Anna Bambino, responsabile Senzatomica Campania.
L’incontro sarà l’occasione per una riflessione critica su grandi temi: garantire il diritto alla vita di tutti i popoli, passare dalla sicurezza basata sulle armi alla sicurezza basata sul soddisfacimento dei bisogni fondamentali degli esseri umani, cambiare la visione del mondo da una cultura della paura a una cultura della fiducia reciproca.