Egli chiamava «scuola» l’asilo, perché madre Marciana diceva che l’asilo era proprio come la scuola: anche qui i ragazzi studiavano e componevano.
Valeria gli carezzò i riccioli castani, dicendo:
«Tesoro, non te la prendere. Mammina ha un gran mal di testa».
«Allora non vuoi neanche sapere cosa ho scritto nel tema?».
«Su, fammi sentire».
«Mammina» — disse Marco facendo le fusa come un gattino — «Ho detto proprio così: “Per le prossime vacanze, io e la mia mamma ce ne andremo a fare un lungo viaggio, sopra una nave vera, attraverso l’Oceano Atlantico…”».
«Certo!» — rispose Valeria, sorpresa da questo desiderio infantile e pensò:
«E’ lo spirito di suo padre che si agita in lui. Anch’egli, da grande vorrà fare qualcosa di eccezionale».
Come avesse letto nel suo pensiero, Marco disse con voce enfatica: «Quando sarò grande, voglio diventare capitano di una bella nave!». Valeria sorrise approvando e pensò:
«Vuole percorrere i mari, smanioso di avventure. Almeno non si chiuderà nel puzzo di laboratori misteriosi…».
E prese le parole del figlio come un lieto augurio per l’avvenire e scherzò con lui imprevedibilmente.
Durante la notte, però, si sentì di nuovo sconvolta ed infelice, ripensando ad Adriano.
«Non mi ha dimenticata… Ma vuole solo vincere un punto! Non credo affatto che mi ami ancora…» — diceva tra sé incapace di conciliarsi col sonno.
Cercava di scacciare l’immagine di lui dal suo cervello, ma inesorabilmente, nonostante la sua preoccupazione e il suo sdegno, il ricordo di Adriano le invadeva l’animo.
La sua bella ed alta figura, i suoi occhi terribilmente eloquenti le insidiavano l’ultima resistenza. E tutto il suo corpo, contro la sua volontà, si protendeva idealmente a lui, nelle spire di un desiderio fisico, che le riportava dolcezze sopite e mai più provate. L’indomani non osò neanche guardarsi allo specchio: vergogna, ira ed umiliazione la facevano a pezzi. Decise, per darsi un po’ di calma, che avrebbe cambiato il giorno e l’ora delle visite al cimitero.
Così non rivide la bella macchina grigio-acciaio, lucida e flessuosa, come un proiettile; non vide più qualcuno che la spiasse o ne attendesse la partenza. Credette, alla fine, di aver fatto capire ad Adriano che non voleva vederlo, né esserle amica, in nessun modo.
(Continua…)