Non erano i soldi che mancavano coi lauti conti in banca, versati per lei da Emily. La pace mancava nel suo animo affranto: solo Marco riusciva a farla ancora sorridere. Non piangeva mai davanti al bambino e teneva desto il ricordo del padre, come fosse ancora vivo. La signora Tilde, benché la soluzione presa da Valeria le sembrasse saggia, specie ora che coabitavano con lei anche Olga e Simone, pure tentò di dissuaderla, ma Valeria fu irremovibile. Ella, oltre tutto, intendeva curare l’educazione di suo figlio, sollevandolo dalle sdolcinerie della nonna, di Olga ed anche di Nina. Lo aveva indirizzato ad un ottimo asilo tenuto da monache istruite, che cominciavano ad insegnare a Marco i primi rudimenti del sapere.
Dopo gli inizi un po’ alterni e capricciosi del bimbo, Valeria finalmente poté respirare con sollievo, vedendo ch’egli adesso andava volentieri a «scuola» per diventare grande e per giocare con tanti bimbi.
(Continua…)