Quanto poi alla presunta sterilità di Olga, che tante pene aveva causato a lei e a tutta la sua famiglia, Simone, con una presa di coscienza lodevole, si era addossato tale demerito. Infatti, mentr’era in Germania, afflitto da disturbi nervosi, aveva interrogato un medico famoso, che, dopo attente analisi, gli aveva rivelato di essere affetto da un’infezione che andava curata immediatamente, se non voleva creare a se stesso problemi gravissimi di procreazione.
La notizia, per più motivi scottante, lo aveva fatto soffrire molto, pensando ai pregiudizi della madre, sempre protesa a salvare la facciata della propria famiglia; ma lo aveva maggiormente piegato sotto i ricordi dolorosi del recente passato, in cui, convinto dai genitori che la sacralità del matrimonio consistesse nel mettere al mondo dei figli, aveva abbandonato la povera Olga.
Ora pensava a sua moglie con orgoglio ed amore; infatti aveva apprezzato molto il comportamento tenuto da lei negli anni tristi del suo abbandono, pieno di nobiltà e di fierezza, dedito alla chiesa e alle opere di carità.
Inoltre Simone aveva avuto esperienze sessuali con ragazze tedesche ed aveva potuto tracciare una netta differenza tra la loro spregiudicata voglia di vivere e la riservatezza dolce e pudica di Olga, che la distingueva anche nei rapporti coniugali.
Era stato anche fidanzato, quasi seriamente con Clotilde Muller, una giovane nazista, che aveva un posto importante, di direzione nelle file del partito. Ma neanche lei aveva amato con vero trasporto; come invece sentiva di amare Olga, a cui tornava con animo nuovo e pieno di ammirazione.
(Continua…)