La casa constava di cinque vani: la camera di Valeria e quella attigua di Marco, il bagno, la cucina, una saletta d’entrata ed un corridoio su cui erano allineate tutte le stanze.
Appena visitò la casa, il bimbo pensieroso e preoccupato, chiese:
«Mamma, perché hai fatto una camera tutta per me? Non mi vuoi più a dormire nel tuo letto?».
«Tesoro, è ora che tu impari a vivere come un ometto» — rispose dolcemente Valeria — «Ti vai facendo grande! Devi avere una stanza tutta per te, per giocare, per studiare, per ricevere qualche amichetto ed anche per dormirci…».
«E se avrò paura?» — incalzò il bimbo poco convinto.
«Che sciocchino! Come puoi avere paura se lasceremo la porta di comunicazione aperta?».
Marco parve rasserenarsi un po’, ma una nuova riflessione lo buttò a terra.
«Dovrò stare nel mio letto tutto da solo anche se pioverà, se tirerà il vento, se faranno i lampi e i tuoni?».
La madre sorrise comprensiva:
«Facciamo subito un patto di alleanza: se pioverà con lampi e tuoni, ti metterai nel mio letto, finché non sarai cresciuto un altro pochino. E, piove o non piove, lasceremo accesa la luce del corridoio».
(Continua…)