«Papà, ma sei diventato uno studioso deI fenomeno!» — disse ridendo Simone — Ed il padre gli rispose: «E’ vero Simone; io, quando devo emettere dei giudizi, non lo faccio se non su basi storiche. E ti aggiungo, ai precedenti, altri studiosi di mia conoscenza e di grande fama: in Francia, G. Vacher de Laponge e in Germania Otto Ammon. E poi il Galton, il Pearson».
«Scusami, papà. Le tesi di questi scienziati sono state fatte a pezzi dalla critica, già al tempo in cui sorsero. Basta ricordare Livi in Italia, Oloriz in Spagna, Beddoe in Inghilterra, Houzé in Belgio. Nonostante ciò, in Germania le tesi razziste sono condotte, come fossero oggetto di fede: la razza germanica è la migliore, «superiore» in senso assoluto. E finché ci si vuole crogiolare, per semplice vanità, negli aggettivi qualitativi, beh! Non fa male a nessuno.
Ma, caro papà! Dalla carta razziale di Guglielmo II a quella di oggi, a quella di Hitler dico, passa un mare di sangue. Questa è una belva che azzanna ed uccide spietatamente».
(Continua…)