«Che dici mai, sciocchina?» – esclamò la madre tra lo stupore e la preoccupazione – «Proprio Simone ti dice queste cose?».
«Non le dice solo Simone queste cose, sai, mamma? Io attraverso i miei amici ho saputo che ci saranno degli avvenimenti politici e bellici di eccezionale portata».
«Che Dio ci scampi!» – invocò quasi piagnucolando la povera donna – «Almeno fosse vivo il mio Andrea!».
Poi, come ritornando al nocciolo della conversazione, riprese:
«Insomma che vuole questo benedetto Simone? E tu saresti disposta a perdonarlo dopo quello che ti ha fatto?».
Olga taceva; il suo silenzio era però interrotto da sospiri profondi. Finalmente scoppiò in pianto e disse con voce tremante:
«Lo amo tanto, mamma! L’ho sempre amato».
E si piegò con la persona fin quasi a sfiorare il petto della madre, la quale la strinse a sé con un braccio e con la mano libera prese a carezzarle la testa, trattenendo ancora tra le dita la corona:
«Oh, mamma! grazie» – esclamò Olga – «Sei la migliore mamma del mondo».
Da quel momento si attese anche il ritorno di Simone.
Intanto oscuri presagi di guerra investivano l’intera Europa, mentre in tutto il mondo si guardava con disappunto la campagna antisemita iniziata anche in Italia, ancora una volta in assonanza di propositi nazi-fascisti. Il Duce ormai, pure avendo in precedenza dichiarato che gli Ebrei non avrebbero corso alcun pericolo nell’Italia fascista, alla fine si era allineato sulla condotta estremamente dura e criminale di Hitler. Di pari passo ogni giorno di più si avvertiva la gonfia ipocrisia della «non belligeranza», da lui più volte proclamata. La Germania nel settembre di quell’anno in corso aveva aggredito con inaudita violenza e fulmineità, la Polonia, patria di valorosi figli, che in un solo mese era stata travolta. E che avrebbero potuto le gloriose cavallerie polacche contro i carri armati tedeschi? L’impressione di questi fatti e di quelli che si indovinavano dalle strategie di Hitler, teneva il mondo col fiato sospeso, ma non con le bocche chiuse. Infatti perfino i militanti fascisti, eccettuati quelli presi da un insano fanatismo, si comunicavano perplessi dubbi e paure.
(Continua…)