Dopo un attimo di esitazione, mentre il respiro le si faceva più grosso, concluse: «Neanche la Morte ti ha voluto, eroe!
Marco, stordito da quella valanga di frasi cattive, che, in fondo, esprimevano tutto il rancore accumulato da Valeria negli anni di abbandono, come trascinato da un terribile desiderio di distruggere ogni possibilità di intesa, disse con violenza:
«Ora ami un altro… Un altro che sta ben dritto sulle gambe! L’hai finalmente finita con questo povero storpio, che è tanto stupido da credere nel tuo amore eterno. Va’ sfogati con l’altro se ne senti il bisogno, sgualdrina! Sei libera, non vedi? Non ho fatto in tempo a sposarti… Credi ch’io non abbia capito di chi si tratti?
Sei venuta fino in America con lui.., con Adriano!».
La sua voce furente fu tempestivamente interrotta da un’altra voce, calma e forte, che chiedeva:
«Qui si fa il mio nome, se non erro?».
Dalla porta dischiusa entrava con la sua alta e dritta statura il dottor Adriano Martelli.
A quella vista, Valeria si sentì mancare; sedette su una sedia, abbassando lo sguardo a terra. Avrebbe voluto gridare qualcosa contro Adriano, mandarlo via, ma la voce le si era ingorgata nella gola. Ora non poteva neanche alzarsi, fare un gesto qualsiasi.
Intanto dentro di lei prendeva luogo una sensazione chiarificatrice, che la riportava a rivedere Marco come il suo povero amore sfortunato e Adriano come l’intruso, l’egoista che approfitta di una grande sventura, per farsi avanti. Guardava il viso di Marco, divenuto terreo e provava un acuto desiderio di spianargli quella grande sofferenza. Si sentiva ancora sua, irrimediabilmente sua… ma egli forse non avrebbe neanche voluto saperlo!
Adriano, poi, nell’imbarazzo gravissimo che si era creato, credette di fare la mossa giusta. Si avvicinò a Valeria, le prese una mano e disse: «Andiamo, cara. Ti porto via».
(Continua…)