«Ma, dico, sei matta? A John ho detto perfettamente il contrario. Pensa un po’ che John lo conosce da quand’era un ragazzino. Un giorno insieme con Alfred si è incontrato con Fabrizi: sono stati insieme un’intera giornata, a discutere sulle ultime novità cinematografiche. Fabrizi fin d’allora era incline all’alcool e quelli che erano con lui si divertivano a farlo bere, perché in quello stato il regista andava facilmente in escandescenze e bestemmiava “come un turco”».
«Forse hai ragione tu; forse veramente è meglio non dire certe cose a nessuno… Ma, poniamo il caso che tu lo dicessi a John, quale pensi sarebbe la sua reazione?».
«Mi chiederebbe subito se la cosa mi fosse piaciuta, a suo tempo. In caso affermativo, penso che non reagirebbe in nessun modo. Ma se gli dicessi che Fabrizi mi ha letteralmente violentata e picchiata… Oh, non oso neppure pensare la fine che gli farebbe fare!».
«Ho capito. Gli uomini di fronte a questi fatti hanno sempre una reazione soggettiva. Vorrei proprio vedere cosa direbbe Marco, sapendo che mentre lo aspettavo, benché ripudiata da lui, Adriano mi ha posseduta…».
«Vedi di non fare la cretina! Mi raccomando» – disse preoccupata Emily – «Non avrebbe nessun senso che tu glielo dicessi; perché se ancora egli ti respingesse, glielo diresti per rabbia e faresti male ad un povero infelice. Se invece ti accettasse e tu glielo dicessi per liberare la coscienza, faresti due volte peggio, perché egli non potrebbe prendersi neanche la soddisfazione di fare a pugni con l’altro».
«In ogni caso sarebbe solo una sofferenza inutile; peggio, una umiliazione».
Interruppe il loro colloquio la signora Tilde, che disse:
«Ma che brave! Queste due chiacchierone… Io in cucina ad affaticarmi, Nina e Olga a passeggio con il piccolo e voi chiuse in camera da ore».
Il tono era scherzoso e perciò si rise insieme. Emily fu invitata a pranzo, ma gentilmente rifiutò, perché i suoi l’attendevano. Così si pettinò in fretta, prese la borsetta e si accomiatò promettendo di farsi rivedere presto.
(Continua…)