Ritornati a Napoli, trovarono buone sorprese per Emily: una lettera della sorella Angela, che preannunciava il suo arrivo col marito e con Rosetta; la decisione della signora Carolina e del marito, di ritornare in America con la figlia, quando John avesse deciso di rientrarvi. Anche Valeria trovò delle novità: la signora Amalia era venuta in visita dalla signora Tilde per incontrarsi con lei e non avendola trovata sarebbe ritornata tra qualche giorno.
Valeria pensò subito che la povera donna voleva parlargli del proprio figlio… Ma che cosa mai voleva dirle?
Il colloquio tra loro avvenne dopo due giorni e veramente raggiunse dei momenti di forte commozione.
Valeria tentava di rimanere ferma ai suoi propositi di non rivedere più Marco, ma la povera madre, con un viso distrutto dalla sofferenza, la implorava di recarsi da lui, di non credere al suo ripudio. Le disse che egli l’aveva sempre amata, che la respingeva per non farne un’infelice, che soffriva le pene dell’inferno nel sostenere questa parte.
Valeria, sopraffatta dalla tragicità che aleggiava sinistra in quell’atmosfera di dolore, gridò quasi:
«Ma io che posso fare, se egli mi rifiuta?»
Alla fine promise che avrebbe fatto ancora un tentativo. Intanto si informava sulla salute di Marco. Seppe che la situazione rimaneva stazionaria e questo era già un elemento positivo.
«Se riuscisse a trovare la forza di rimettersi in piedi!…». Ma questo non era possibile, almeno sembrava così.
La madre di Marco, prima di accomiatarsi, aggiunse:
«Non ti chiedo di sacrificarti per lui. Desidero solo che tu non gli mostri ostilità. Devi essere sua amica, superando tutto. Sposati pure se lo desideri, ma dagli il tuo perdono e la tua amicizia».
«Non parlate così, mamma! Voi sapete che ho amato solo lui fino ad ora». Sentì che arrossiva, allora aggiunse in fretta:
«Lo rivedrò al più presto».
(Continua…)