Parmenide, una “Cappella Sistina” carmelitana con 12 Sibille (1608), le xilografie di Filippo Barberi (1481) e la domanda antropologica “Sapere aude” , aprire gli occhi per “conoscere” della Terra il brillante colore. Mater Terra, alma Terra, omphalos del mondo, di noi essere viventi .Mater Terra, alma Terra . E di tutti noi figli e figlie, fratelli e sorelle.
E’ questa la traccia segnata da Federico La Sala nel suo libro: Della Terra Il Brillante Colore, riedito per le Edizioni Nuove Scritture , per uscire dal buco della caverna platonica. Non può non trovarci d’accordo la sua riflessione: idealisti o materialisti, geocentrici o copernicani, tutti egualmente ciechi, tutti non hanno mai visto il brillante colore della Terra. Tutti ne hanno solo cercato il possesso, la sua materialità, tutti hanno cercato di farne un Oggetto. E’ davvero ben strano che la “ più incredibile hibris philosofica ha animato” molti, troppi, tanti, ma nessuno di questi ha mai saputo guardare il proprio ombelico, il più autentico legame con la nostra “ Arca originaria “. Eppure le dodici Sibille ce lo avevano indicato e tuttora ce lo indicano. Le Sibille hanno indicato il cammino anche all’autore del libro, che trova l’ispirazione per la sua riflessione nel proprio luogo di origine .
L’inizio è la la Chiesa di S. Maria del Carmine a Contursi Terme, natio luogo del La Sala. Tutto avviene in seguito ad un sommovimento della Terra, il sisma del 1980, i danni subiti dalla Chiesa del Carmine richiedono il restauro da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali. Durante i lavori di restauro viene scoperto un poema pittorico di un ignoto carmelitano dell’inizio del ‘600. Ritorna alla luce un testo raffigurante le Sibille che annunciano al mondo pagano la prossima nascita del Cristianesimo.
La riscoperta delle dodici Sibille e la presenza con altre celebri raffigurazioni presenti in luoghi prestigiosi e ieratici come la Cattedrale di Siena, il Tempio Malatestiano di Rimini , o la Cappella Sistina di Michelangelo hanno ulteriormente intrigato il La Sala e la sua ricerca storico-filosofica. Perché la pittura è la traccia della riflessione dell’autore e del filo che lega la filosofia e la teologia pagana in sequenza con il Cristianesimo.
La pittura disegna l’elclettismo ermetico-cabalistico-neoplatonico rinascimentale. Nella Chiesa del Carmine, sotto lo sguardo vigile delle Sibille, questa sera alla ore 19,30 il libro sarà presentato da Giuseppe Cacciatore professore di Filosofia presso l’Università Federico II di Napoli, e da Giuseppe Sierchio professore Storia dell’Arte presso l’Accademia Belle Arti di Catanzaro, alla presenza dell’autore.