“IL DELITTO DELLA SPIDER VERDE” L’ INCHIESTA DEL COMMISSARIO ESPOSITO AMBIENTATA TRA SALERNO VIETRI E CAVA PRESENTATA ALLA CONGREGA LETTERARIA DALL’INGEGNERE GIUSEPPE ESPOSITO

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“Una giovane donna bionda, bellissima, probabilmente straniera, viene trovata morta, strangolata, sul sedile di una spider verde scuro, una Mazda MX5, parcheggiata nel piccolo parcheggio del “Bar Cristal”, in Via Costiera Amalfitana di Vietri sul Mare, un bar in realtà chiuso un paio d’anni fa,” dalle pareti di roccia”, con un terrazzo dal quale si godeva una fantastica vista panoramica del Golfo di Salerno, con in primo piano la bellissima cupola in maiolica del Duomo di San Giovanni Battista di Vietri sul Mare”. E’ questa la sintesi del primo capitolo del libro scritto dall’ingegnere Giuseppe Esposito ”Il delitto della Spider Verde. Le inchieste del Commissario Esposito”, edito da LFA Publisher, raccontata dal professor Gennaro Guaccio, amico dai tempi del liceo dell’ingegnere Esposito, durante la presentazione del secondo romanzo giallo dell’ingegnere di origini napoletane tenutasi proprio affianco al Duomo di Vietri, nello storico oratorio dell’Arciconfraternita della SS. Annunziata e del SS. Rosario, nell’ambito del quinto incontro della seconda edizione de “La Vetrina Letteraria” organizzata dai Direttori artistici della “Congrega Letteraria” di Vietri, Antonio Gazia e Alfonso Mauro, con la collaborazione di Francesco Citarella, Francesco Barbato e Daniela Scalese. ” Se un libro non affascina dalle prime pagine, si corre il rischio che il lettore chiuda il libro per non leggerlo più. Ma questo non accade con i libri dell’ingegnere Esposito che è un poeta . Sa usare le parole e affascinare il lettore”, ha precisato il professor Guaccio che ha relazionato sul libro insieme al professor Antonio Gazia che ha apprezzato il contenuto del libro ed anche lo stile con cui è stato scritto:” Uno stile semplice con il quale domina la narrazione. Esposito ha una grande capacità di organizzare i periodi della narrazione che sono ben concatenati. Una narrazione che non stanca e che consente di leggere il libro con grande piacere”. Gazia ha anche sottolineato il garbo e l’eleganza con cui Esposito ha saputo trattare un tema delicato:” Esposito riesce a descrivere un mondo di decadenza e di malvagità umana, che è quello raccontato nel giallo, senza eccedere mai nell’efferatezza. Non c’è mai una goccia di sangue o una descrizione di violenza”. L’Assessore alla Cultura del Comune di Vietri, Giovanni De Simone, ha apprezzato la descrizione nel romanzo dei territori di Vietri e della Costa d’Amalfi: ” Sono protagonisti di questo romanzo che può divenire anche un elemento di promozione turistica del nostro territorio”. L’ingegnere Esposito ha raccontato che:” L’indagine sulla morte della giovane donna, che sin da subito si rivela complicata, si svolge anche tra il Borgo Scacciaventi di Cava Dè Tirreni, ed alcuni centri dell’Agro Nocerino Sarnese dove sono numerose le fabbriche agroalimentari. E’ in questo mondo che il commissario riuscirà a scoprire la verità e a mettere le mani sull’esecutore materiale e sul mandante dell’efferato delitto”. Un mondo che l’ingegner Giuseppe Esposito, conosce bene avendo lavorato per anni come consulente di una multinazionale del settore alimentare. Esposito vive da anni a Salerno, dove ha sposato la signora Lina Esposito che lo ha incoraggiato costantemente a riprendere l’antico sogno della scrittura:” Ho sempre avuto la passione di leggere e di scrivere, sin dai tempi del liceo, ma solo da quando, nel 2011, sono andato in pensione ho potuto dedicarmi a questa vecchia passione mai soddisfatta prima.”.   L’autore, nel romanzo, scandaglia la psicologia dei personaggi che animano il racconto, svelandone le debolezze, le ansie, le piccole fissazioni, le abitudini, come quella del commissario Esposito, che lavora alla Questura di Salerno, di andare ogni mattina a prendere il caffè al “Bar Umberto”; le passioni:” Il commissario Esposito ama ascoltare le canzoni di Roberto Murolo, Gino Paoli, Antonello Venditti, Frank Sinatra, e leggere i gialli di Georges Simenon”. A ricreare le atmosfere del libro ci ha pensato il duo de “I Michelemmà” che, con la bellissima voce di Francesco Del Prete e la chitarra di Antonio De Martino, ha eseguito alcuni brani della canzone classica napoletana e di Gino Paoli, richiamati in alcune delle pagine del libro che sono state lette con grande professionalità dall’attrice Pina Russo. L’ingegner Esposito in alcune parti del libro ha usato il dialetto napoletano: ” Rappresenta il legame affettivo con le proprie origini” e analizzato le dinamiche del mercato del lavoro nel nostro territorio che i giovani sono costretti a lasciare per riuscire a trovare un’occupazione dignitosa. A loro Esposito ha voluto lanciare un messaggio di speranza invitandoli a credere comunque e sempre in se stessi: ” Non bisogna mai dire neanche per gioco che si è scoraggiati, perché può accadere che ci pigliamo in parola”.

Aniello Palumbo