Tra sabato 18 e domenica 19 dicembre, circa 400 cittadini salernitani hanno firmato la petizione di DEEP, “Salviamo Salerno”, per fermare l’ennesima vendita di beni comuni – tra cui tre spiagge e un vasto campo sportivo di grande pregio sul mare – che l’amministrazione comunale di Salerno si appresta a cedere all’asta il prossimo 29 dicembre. Questa mattina nel Museo Tafuri, è stata presentata l’iniziativa insieme ad un saluto natalizio, a conclusione di un anno di attività del gruppo salernitano che si è impegnato nel 2021 per ripristinare la partecipazione democratica nella città di Salerno, da troppi anni amministrata in modo verticistico e antidemocratico. Un discreto successo raggiunto in poche ore, anche se i tanti che si sono dichiarati a favore, pur condividendo l’allarme, non firmeranno nel timore che la riconoscibilità della propria firma possa tradursi in qualche danno per il proprio lavoro o per la propria vita sociale.
Del resto così si vive da decenni nella città di De Luca, o meglio – come lo stesso governatore l’ha definita all’inaugurazione della mega piazza della Libertà – nella ”città De Luca”, creando una totale simbiosi tra il capoluogo salernitano e se medesimo e mettendo in guardia i cittadini che volessero guardare altrove. E dire che sono in tanti i gruppi che sui social radunano estasiati followers che amano veramente Salerno e postano scorci mozzafiato e c’è quasi da ringraziare queste immagini, perché almeno qualcosa della città resterà nella memoria indelebile della rete. Dalle sindacature di De Luca degli anni novanta e duemila alle ultime amministrazioni del sindaco Napoli, sono stati ceduti o trasformati in lottizzazione migliaia di metri cubi di suolo pubblico: le partecipate Centrale del Latte e Salerno Energia; l’ex Museo del Falso trasformato in ristorante; l’area demaniale dove è stato costruito il Crescent dove erano presenti storiche Fabbriche di legname, l’Istituto nautico, il Jolly Hotel abbattuti insieme ai platani per far posto all’edificio privato; l’ex Procura di via Rafastia anche essa destinata ad altre lottizzazioni, altre migliaia di metri cubi sulla strada litoranea dove sorgono una ventina di orribili palazzoni a più piani; e le Manifatture Cotoniere Meridionali (lottizzazione ormai “storica” di Lettieri) e i segretariati sociali e i lidi, finanche sedi sportive i cui prati verdi verranno invasi da altri edifici come la ex Marzotto al cui ingresso, per far spazio alle esigenze del cantiere, si sono mozzati ben ventiquattro alberi. Tutto serve a fare cassa per un Comune disperatamente sull’orlo del dissesto. “Lei è architetto – ha scritto Fausto Martino nel testo della petizione rivolgendosi al sindaco Napoli – e quindi dovrebbe sapere che questi interventi non contribuiranno mai al miglioramento della città su cui si incistano come parassiti senza farne davvero parte…quanto sta accadendo va contro la città di Salerno, contro le prossime generazioni, a cui lascerete un comune più povero e un territorio irrimediabilmente sfregiato. Di questo dovrà risponderne”. Diceva Pasolini che ciò che conta è la necessità di “ciò che si deve dire”; per questo noi di DEEP continueremo, anche per il 2022, a dire ciò che si deve dire.
Gruppo DEEP Salerno
Salerno, 19 dicembre 2021