La Terra”, quella che avvolge, quella che crea, ma anche quella che sconvolge, madre nutrice e divoratrice. Sarà “terra” la parola chiave della serata culturale all’insegna delle suggestioni mitologiche, quella organizzata per il prossimo sabato 17 settembre alle 20.30 ad Altavilla Salentina, sul sagrato della Chiesa di San Biagio, lo spazio suggestivo che si apre sull’orizzonte, permettendo allo sguardo di arrivare a captare la bellissima isola di Capri.
Da una lato, “La Dea di Morgantina – Il ritorno della Madre Terra”, il raffinato romanzo di Emilio Sarli ed edito da Bonfirraro, dall’altra il nuovo spettacolo “Tu, la mia terra”, riscrittura teatrale di ispirazione classica liberamente tratta dal libro stesso a cura dell’associazione “L’Eco del Mito” della presidente Mariasole Nigro.
Un appuntamento imperdibile, in cui le arti si incontrano e si compenetrano, sotto il segno della Dea di Morgantina, appunto, la meravigliosa scultura realizzata in Sicilia nel V secolo a.C., con il suo morbido panneggio di calcare e le parti nude di un brillante marmo pario, la quale, dopo infinite peregrinazioni, è finalmente ritornata sul piedistallo del Museo Archeologico di Aidone, piccolo comune dell’ennese.
Nella prima parte della serata, inframmezzata dalla lettura di brani accompagnati dalla chitarra di Andrea Belmonte, Sarli duetterà con la Nigro, conducendo il lettore lungo le atmosfere suggestive del libro, seguendo le tracce di Alfeo Rosso, il protagonista, piombato dalla Lombardia sulle rive del lago di Pergusa, a pochi chilometri da Enna, alla ricerca di quella dea di pietra, che sprofonda nel mito e svela l’archè dell’universo…
Come ci illustra lo stesso scrittore, il suo romanzo è costruito utilizzando l’antica tecnica letteraria del prosimetro: i versi sul rapimento di Persefone – Demetra sono stati rinarrati con una colta riscrittura de l’Inno a Demetra, attribuito ad Omero, e di alcuni versi delle Metamorfosi di Ovidio: “Intanto Cerere, angosciata, cercava invano la figlia, per ogni terra, per ogni mare. Né l’Aurora, quando arrivò con i suoi capelli rugiadosi, né Vespero la videro mai riposarsi. Essa accese alle fiamme dell’Etna due torce di pino, e tenendone una in ciascuna mano vagò senza requie nella notte brinosa. Poi il giorno vivificatore rifece impallidire le stelle: essa continuava ancora a cercare la figlia, da ponente a levante”.
Ed è proprio su questo episodio che ruoterà, nella seconda parte della serata, lo spettacolo “Tu, la mia terra”, dove momenti di recitativo, si alterneranno alla danza e alla proiezione di un video raffigurante la realizzazione di un’opera pittorica. I testi e la regia sono di Mariasole Nigro, sul palco insieme a Carmen Amoroso. A Mariagrazia Di Verniere sono affidate le coreografie, mentre la proiezione video è curata da Enrica Adami, Antonio Bruno, Annarita Gargano e Valentina Parolo.
La rappresentazione tratterà la storia di due donne, madre e figlia, Demetra e Persefone (o, come le chiamerebbero gli antichi romani, Cerere e Proserpina), e del loro incontro, dopo le estreme sofferenze della separazione, a causa del rapimento della figlia architettato da Ade/Plutone. In particolare, lo spettacolo ritrarrà un momento di massima tensione emotiva ossia l’abbraccio tra madre e figlia, così voluto, così ricercato e – finalmente – realizzato.
Demetra, alla fine, ritrova Persefone, cingendola in una stretta lunga quanto l’eternità. Allo stesso modo, anche la dea di Morgantina, tra le morbide pieghe del viaggio metafisico di Alfeo, riesce a ritornare alla propria terra…