“Il tema della transizione energetica è già un’emergenza nazionale, scelte miopi producono effetti devastanti su intere filiere strategiche dell’industria del nostro Paese. Noi siamo fermamente convinti sul tema della sostenibilità ma nutriamo più di qualche dubbio che questa possa essere seriamente rappresentata dall’elettrico”. Ad affermarlo è Domenico De Rosa, Ceo del Gruppo SMET e presidente della Commissione Autostrade del Mare di Alis che ribatte, punto dopo punto, sulla proposta dell’Unione Europea circa il termine di produzione di veicoli a motore endotermico entro il 2035. Scopo di questo provvedimento dovrebbe essere quello dell’abbattimento delle emissioni di CO2, come sancito anche durante la Cop26, ma per De Rosa il quadro sarebbe molto più complesso.
“Invitiamo a porci più domande e affrontare questo prioritario tema per il pianeta senza approcci radicali e ideologici ma piuttosto fare i passi su basi scientifiche e con supporto di effettivi piani di sostenibilità dell’interro ciclo di vita dei veicoli – ha affermato De Rosa che poi apre ad una riflessione – È interessante pensare come l’Europa sola, che è responsabile dell’8% delle emissioni globali di Co2 in atmosfera, stia avendo un approccio così drasticamente orientato verso i motori elettrici demonizzando le trazioni termiche di cui avremmo necessariamente bisogno ancora per molto tempo, seppure in versioni sempre meno inquinanti”.
Sonore le bacchettate per il Governo, reo di non aver ancora creato una discussione seria sull’argomento e varato un piano adeguato per fronteggiare le prossime sfide.
“La mancata previsione di intervento strutturali nella Legge di Bilancio e l’assenza di misure specifiche nel Pnrr nella componente transizione energetica e della mobilità sostenibile rischia di destinare l’industria del settore ed i suoi lavoratori verso un’inevitabile e drammatica crisi – dichiara il vertice del Gruppo SMET – Nella finanziaria infatti manca un piano sia per lo sviluppo industriale che per il settore automotive In Italia, in questo senso, i numeri sono negativi e probabilmente si ripeteranno anche col prossimo anno. Quando discutiamo di politiche miopi nell’ambito della transizione energetica parliamo anche degli gravi scompensi fiscali per i Paesi che verranno inevitabilmente a determinarsi e delle misure correttive necessarie che dovranno tentare di porre rimedio alle mancate valutazioni preliminari di tali piani che saranno delle spiacevoli sorprese impositive”.
Ma se da un lato il Governo tarda ad agire, qualche giudizio positivo De Rosa lo lascia per l’operato in sede europea.
“Se per le politiche industriali interne c’è ancora molto da fare, non posso che non fare un plauso però al Ministero dello Sviluppo Economico per quanto fatto in Commissione Europea. Finalmente qualcosa di muove. Grazie al ministro del Mise, Giancarlo Giorgetti, l’Italia si è pronunciata non è d’accordo sullo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035 proposto dalla Commissione Ue nel pacchetto di riforme climatiche “Fit for 55”. A questo punto confidiamo che si possa discutere più complessivamente il piano della transizione energetica salvaguardando le conquiste industriali fatte sino a oggi e puntando effettivamente alla vera sostenibilità”.