Mentre un vivaio di giovani talenti si dedica con grande passione agli ultimi giorni di stage, i maestri tirano le somme. Manca poco alla conclusione di Danzamaremito, stage internazionale in programma presso il villaggio Olimpia di Ascea Marina fino al 30 agosto. Sette giorni di duro lavoro per i numerosi aspiranti danzatori e il prestigioso corpo docenti, che in questi giovani riconosce tanta preparazione ma anche tanta fretta di diventare famosi, andare in tv, calcare la scena.
«Quando noi studiavamo esisteva la danza assoluta – racconta Martha Iris Fernandez, docente della Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo e Vice Direttore della Scuola Nazionale del Balletto di Cuba – non avevamo altri riferimenti né distrazioni. Oggi i tempi sono decisamente cambiati ed è facile che questi ragazzi siano confusi, distratti, da messaggi sbagliati. I talent, a mio parere, non fanno bene alla danza, non è quello che vorrei vedere in tv. La danza è una disciplina che va amata e rispettata. I ragazzi dovrebbero anche guardare, conoscere, studiare i grandi balletti e la loro storia. I talent non bastano. Basterebbe aggiungere o affiancare qualche programma dedicato all’arte coreutica educativo, non noioso, ma costruttivo. Così facendo si falsifica l’anima di questa meravigliosa arte e per noi insegnanti diventa più complicato svolgere il nostro ruolo, farci comprendere e trasmettere lo studio con serietà e disciplina. Per me, arrivare a loro, è diventata una sfida personale, una missione perché mi rendo conto che è giusto adeguarsi al cambiamento dei tempi. Non sono antica, anzi, anche io sono tecnologica. Ma mi rendo conto della differenza con i miei anni di studio. Oggi è una lotta contro il tempo nella speranza di arrivare prima di una notifica sul cellulare, un video che non si riconosce nell’originale, una trasmissione che non insegna ma illude».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Ugo Ranieri, Maître de Ballet e già Primo Ballerino Teatro di San Carlo di Napoli, ad Ascea per impartire lezioni di passo a due e di danza classica al maschile.
«L’idea del talent è ottima – spiega Ranieri – il problema è che a volte dà un’immagine del danzatore distorta, che arriva al successo senza studiare. Alcuni di questi ragazzi vi approdano anche 20enni, credendo che il successo si possa raggiungere rapidamente quando invece è frutto di un lungo studio. A quell’età il danzatore dovrebbe essere già formato, e iniziare un percorso di perfezionamento. La maggiore età è un punto di arrivo, non certo di partenza. Per fortuna qualcosa sta cambiando. Ma, più in generale, credo che ci sia un problema a monte. La danza viene maltrattata da uno Stato che avrebbe grandi potenzialità nel settore, ma non ha la volontà di promuovere la qualità. Abbiamo tre grandi scuole, San Carlo di Napoli, La Scala di Milano, Opera di Roma, siamo la culla della cultura, ma siamo costretti ad andare all’estero dove questo assolutamente non accade».
Entrambi gli insegnanti suggeriscono ai giovani aspiranti danzatori di prestare grande attenzione alle scuole dove studiare e gli stage da frequentare: entrambi devono avere una finalità. DanzaMareMito in quest’ottica si distingue non solo per la qualità ed il prestigio dei maestri ospiti ma anche per la struttura: ampie sale dove fare lezione e il lustro dell’accompagnamento al pianoforte (dal vivo) come succede solo nelle grandi accademie o nei teatri. Uno stage “serio” lo definisce la Fernandez, un ambiente “piacevole” per Ranieri che in Ascea riconosce un appuntamento importante dove studiare in armonia. «È uno dei pochi stage dove si sceglie di dedicare uno spazio preciso alla danza classica maschile – conclude l’etoile – Oggi agli uomini vengono richiesti virtuosismi quasi circensi che meritano uno studio costante e preciso, diverso da una lezione alla sbarra da condividere con le donne. È questo un grande merito che va riconosciuto agli organizzatori».
DanzaMareMito prosegue fino a domenica 30 agosto. Tutti i partecipanti saluteranno Ascea con uno spettacolo finale che unirà tutte le forze e le discipline messe in campo per la IX edizione. Già al lavoro gli insegnanti per la realizzazione di una messa in scena – gioiello, frutto della settimana di lavoro, ma anche della perfetta sinergia tra gli stili, tutti indistintamente espressione di arte, amore, vita.