Trenta elementi sul Belvedere di Villa Rufolo non sono tanti. Lo spazio del palco del Ravello Festival è ampio e alcune volte mette i brividi a musicisti ed orchestrali non solo per l’altezza e per il fatto che sembra sospeso sul mare.
I trenta elementi dell’Orchestra Mozart però hanno riempito il palco di musica come meglio, forse non si poteva. La Sinfonia n. 5 in Si bemolle maggiore D 485 di Schubert, l’Idillio di Sigfrido di Wagner e la Sinfonia n. 40 in Sol minore K 550 di Mozart. Tutte pagine molto note ma che la direzione di Daniele Gatti, al suo primo concerto quale Direttore Musicale dell’ensemble, ha riempito di nuovi spunti e colori. Nel fresco settembrino della Città della Musica, 7o minuti di emozioni a tinte forti che restituiscono un insegnamento: formare un’orchestra non vuole dire solo mettere assieme dei musicisti, pur bravi: quello è solo l’inizio. Poi ci vogliono mesi, anni, di lavoro comune, di ascolto reciproco, di scoperta delle proprie possibilità di obiettivi da raggiungere, per restituire un suono, un colore, una personalità. La Mozart ha già la sua personalità che la direzione di Gatti potrà solo far crescere e riempire di sfumature. Quelle sfumature che alla fine fanno la differenza. Nel frattempo buona la prima. (ph Pino Izzo)