Dalla Cassazione altolà a De Luca e De Magistris: sulla Severino decide il giudice ordinario. Rischio empasse in Regione?

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Corte-cassazioneLe Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno accolto il ricorso presentato dal Movimento per la difesa dei diritti del cittadino rappresentato dall’avvocato amministrativista Gianluigi Pellegrino, dunque sulle questioni di incandidabilità ed ineleggibilità della Legge Severino non è il giudice amministrativo a doversi pronunciare ma il giudice ordinario.

Nei prossimi giorni, forse anche prima delle elezioni regionali di domenica 31, la Cassazione renderà note le motivazioni dell sentenza, che potrebbero avere conseguenze non da poco sul piano politico, non solo per ciò che riguarda i tempi di decisione del tribunale, ma anche sull’orientamento del giudice ordinario che potrebbe essere differente da quello del giudice amministrativo.

Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che era stato sospeso proprio in base alla Legge Severino in quanto condannato in primo grado per abuso d’ufficio nell’inchiesta Why Not quando era pubblico ministero a Catanzaro, aveva ottenuto grazie ad un ricorso al TAR la sospensione del provvedimento in attesa che sull’articolo della Legge in questione si pronunciasse la Corte Costituzionale.

Ora De Magistris dovrà presentare ricorso al giudice ordinario, ma non è detto che il Governo, attraverso la Prefettura, non possa nel frattempo intervenire con un nuovo provvedimento di sospensione (dal momento che aveva anche presentato ricorso al Consiglio di Stato su quel provvedimento del TAR). Inoltre le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal TAR, decadono perchè presentate da un organo che non ha giurisdizione sulla materia. Dovrà perciò essere il giudice ordinario a sollevare la questione di legittimità costituzionale, se la riterrà sollevabile.

Più complessa la vicenda legata a Vincenzo De Luca, candidato del Pd alla presidenza della Regione Campania, condannato anche lui per abuso d’ufficio, in quel caso De Luca, forte anche del precedente del caso De Magistris che faceva giurisprudenza, in mezza giornata aveva ottenuto dal TAR la sospensione del provvedimento arrivata dalla Prefettura di Salerno (che, giova ricordarlo, ancora non ha un Prefetto).

De Luca in campagna elettorale si era fatto forte proprio di questa decisione lampo del TAR per liquidare la questione della Severino, per la quale non avrebbe potuto governare la Regione. Ora a decidere sul ricorso che De Luca presenterà non sarà più il giudice amministrativo ma il tribunale ordinario, con tempi che giocoforza non saranno così brevi.

Proprio il giudice ordinario intervenne a dichiarare De Luca decaduto dalla carica di Sindaco di Salerno in base ad un’istanza presentata dal Movimento 5 Stelle nel 2013, quando De Luca era stato nominato Viceministro alle Infrastrutture dall’allora premier Enrico Letta, carica questa incompatibile con quella di Sindaco di Salerno, il Tribunale di Salerno nel 2014 aveva emesso ordinanza che dichiarava decaduto De Luca da Sindaco, ordinanza sospesa in attesa del ricorso in Corte d’Appello,  che confermò quanto deciso in primo grado il 2 febbraio 2015, con De Luca che sosteneva che nel frattempo fosse cessata la materia del contendere in quanto il Governo Letta non era più in carica. Quasi 2 anni di iter giudiziario.

Va anche aggiunto che al TAR aveva fatto ricorso nelle scorse settimane anche il Movimento 5 Stelle ed in questo caso i giudici amministrativi avevano sentenziato che De Luca era sì candidabile (per la Severino è incandidabile solo chi ha ottenuto una condanna definitiva, come ad esempio Silvio Berlusconi), ma non eleggibile, sarebbe stato a questo punto difficile che il TAR potesse sconfessare sè stesso accogliendo il ricorso di De Luca post elezione.

E soprattutto, questione forse ancor più politica che giuridica, entro quali tempi il Governo (Alfano, di Ncd che sostiene Caldoro, e Renzi, Pd, che sostiene De Luca) si muoverà per decretare la sospensione, permettendo o meno a De Luca di nominare un vicepresidente che regga il governo regionale in suo nome, semprechè De Luca esca vincente dal confronto elettorale?

Su questo punto interviene l’avvocato Pellegrino, che precisa che il governatore, una volta eletto, può nominare la sua Giunta, tra i quali il suo vice, solo dopo che si è insediato il nuovo Consiglio Regionale, nel frattempo il Governo, tramite la Prefettura, dovrà aver emesso il provvedimento di sospensione.

Non resta che attendere le motivazioni della sentenza, quel che è certo è che la questione De Luca, se fosse eletto, non potrà essere liquidata in mezza giornata. E nel frattempo che succede alla Regione Campania?

PIETRO PIZZOLLA