Sarà un 2021 tutto da scoprire che avrà come filo conduttore temi legati al concetto del tempo. Si comincia sabato prossimo 20 Febbraio alle 20.45 con il primo concerto che sarà trasmesso in streaming dalla pagina FB e dal canale YouTube dell’OFC, per poi andare avanti con altri tre appuntamenti sino a giugno.
Abbiamo ritenuto opportuno riaffermare il ruolo essenziale della musica, dei musicisti e la necessità di continuare a diffondere la cultura musicale.
Inauguriamo quindi la prima parte della stagione concertistica 2021 con il concerto Quattro per Quattro.
Sul podio c’è il maestro Gianna Fratta (al debutto con OFC). Ha suonato e diretto in tutto il mondo, dopo aver completato la sua formazione accademica in varie discipline tra cui pianoforte, composizione e direzione d’orchestra.
Il Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica per i suoi meriti artistici internazionali come pianista e direttrice d’orchestra. Si è esibita nelle sale più prestigiose e con le più grandi orchestre, spesso come prima donna. Il 18 dicembre 2016 ha diretto in Eurovisione il Concerto di Natale al
Senato. Attiva organizzatrice musicale, è direttrice artistica di rassegne come “Musica Felix” e
“Musica Civica”, di festival musicali e stagioni concertistiche in tutta Italia.
Tradizione e innovazione prendono forma in questa originale proposta per violino e archi che apre il programma, in cui la famosissima opera di Antonio Vivaldi, Le quattro stagioni, si rinnova e trasforma in qualcosa di nuovo e di rarissima esecuzione. Il programma mette insieme le stagioni di quattro compositori, affidandone una a ciascuno di loro e trasformando l’originale vivaldiano in un caleidoscopio musicale di stili, linguaggi, periodi storici. Piazzolla, Glass, Richter e Vivaldi sembrano lavorare ad una nuova opera in cui le quattro stagioni rivivono di nuova linfa attraversando i secoli.
Il violino viaggia dal barocco di Vivaldi alla musica popolare argentina del Novecento, il tango di Astor Piazzolla (omaggio a 100 anni dalla nascita), fino ad arrivare alla modernità di Richter ed al minimalismo di Glass. Come in una galleria, le quattro opere d’arte vengono scelte e affiancate, per trasformarsi in un nuovo unico tutto. La musica crea così una trama stilistica, che bene mima il ciclo delle stagioni, oggetto di sperimentazione e ricerca musicale che si concretizza in un’insolita e armoniosa commistione di generi, a testimoniare lo stretto rapporto dell’uomo con il mondo circostante.
Le stagioni proposte sono qui sono interpretate dal violinista Dino De Palma. Concertista noto a livello internazionale, ha terminato con lode il corso accademico in violino e col massimo dei voti quello in viola, laureandosi, altresì, con 110 e lode in Lettere. Le sue tournèe, in oltre venti anni di carriera solistica e cameristica, lo hanno visto protagonista in Russia, Stati Uniti, Brasile, Francia, Egitto, Australia, Taiwan, Israele, Turchia, Svezia, Lituania, India, Giappone, Corea, Germania, Spagna, Italia, Repubblica Ceca, Argentina, Uruguay spesso al fianco di artisti del calibro di Uto Ughi, Enrico Dindo, Jerry Lewis, Bart Bacarach, Liza Minnelli, Charlie Haden, Roberto Benigni, Vittorio Gassman, Andrea Bocelli, Placido Domingo e molti altri. Violino di spalla dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, della Filarmonica Marchigiana, dell’Orchestra da camera di Bologna, prima viola nell’Orchestra del Teatro la Fenice di Venezia e del Teatro Regio di Parma, ha collaborato con le orchestre sinfoniche della RAI di Roma, Torino e Napoli, con “I Solisti Aquilani”, “I Filarmonici di Roma”, l’ “Orchestra da camera di Santa Cecilia” di Roma, i Solisti Dauni di cui è stato primo violino per oltre quindici anni e molte altre orchestre in Europa e nel mondo.
A completare il programma il primo movimento della Serenata in mi maggiore per orchestra d’archi, opera del compositore ceco Dvořák. L’iniziale Moderato, si apre con un bellissimo tema, divenuto ormai celeberrimo, di grande solarità è subito proposto dai violini primi, venendo poi ripetuta nello stretto gioco strumentale intessuto tra i secondi violini e i violoncelli, per riapparire di lì a breve nello slancio dei violini primi, con un’effusione cantabile d’indubbia matrice popolareggiante boema.
La sensazione è quella di visione “aerea” di un paesaggio incantevole all’interno del quale per un attimo (la sezione ritmica centrale) l’occhio cerca di mettere a fuoco i piccoli momenti della vita quotidiana; ma è solo un istante e il volo prosegue.