“Nella notte tra il 6 e il 7 gennaio la chiesa orientale festeggia il Natale . I cristiani dei primi secoli non conobbero la ricorrenza del Natale che si ritiene sia stata introdotta nel 335 da Papa Silvestro I. Successivamente, nel 354, papa Liberio la retrodatò al 25 dicembre: uno scarto cronologico legato ad un diverso calcolo del ciclo pasquale”. A spiegare perché in Medioriente, ma anche per la Chiesa cattolica greco-ucraina e per i cristiani ortodossi che vivono in Russia, Bielorussia, Serbia, Croazia, Macedonia e per tanti altri, che seguono ancora il calendario giuliano istituto da Giulio Cesare, si continua a festeggiare il Natale nella data in cui noi, che seguiamo il calendario gregoriano, festeggiamo l’Epifania, è stato il dottor Giuseppe Lauriello, già Primario pneumologo presso l’Ospedale “Giovanni Da Procida” di Salerno, esperto di storia della “Scuola Medica Salernitana”, scrittore e poeta. Il dottor Lauriello, introdotto dalla professoressa Rosanna Pugliese, attraverso delle slide proposte dal giornalista Luigi Carlino, ha raccontato i simboli, i canti e le tradizioni del Natale durante l’incontro organizzato presso la “Fondazione Menna” dall’associazione “Parco Storico Sichelgaita”, presieduta dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi.
Il dottor Lauriello ha anche raccontato come festeggiano il Natale alcune città d’ Europa e del mondo:” Babbo Natale raggiunge due volte i bambini francesi: il 6 dicembre, San Nicola, e il giorno di Natale, mentre gli adulti si scambiano i doni a Capodanno. In Spagna, la notte di Natale è la nochebuena e la si celebra con un gran cenone tra parenti, con canti di villancicos che narrano avvenimenti della vita di Gesù accompagnati da strumenti come la concha de vieira, la zambomba e le nacchere (castanuelas). In Germania tra i bambini circolano i calendari dell’Avvento. provvisti di 24 finestrelle che vanno dall’1 al 24 dicembre: i bambini ne aprono una al giorno scoprendovi disegni natalizi, caramelle e piccoli doni. In Baviera i bambini trovano sotto l’albero sempre un giocattolo in più da donare a un bambino povero. In Polonia, nei villaggi, in occasione del pranzo di Natale, si usa mettere del fieno sotto la tavola in ricordo della mangiatoia. In Australia il Natale si festeggia con parate di surf e grandi piatti di pesce e barbecue sulla spiaggia. In Brasile, nello stadio Maracanà di Rio, le autorità cittadine ricevono Babbo Natale che giunge in elicottero. Naturalmente anche in Italia le tradizioni sono tante e variano secondo le località: i simboli del Natale napoletano sono il presepe, gli zampognari, la tombola e il menù del cenone della vigilia. La professoressa Clara Mattia Cuoco ha declamato alcune poesie, tra cui quella dello scrittore Giuseppe Esposito, dedicate al Natale. (Pubblicato su “Il Quotidiano del Sud” edizione di Salerno).
Aniello Palumbo