Il 13 agosto 1961 i cittadini di Berlino si svegliarono in una città divisa a metà.
Al tentativo di separazione ideale, che perpetrava dal dopoguerra, si sostituiva un lungo muro, più di 156 chilometri per quasi 4 metri di altezza. “Era un’arma, non soltanto una barriera, un simbolo dell’assolutismo e non solo una trincea, una prigione ben più che una separazione”.
La notte del 9 novembre 1989, dopo 28 anni e a seguito di un malinteso nella conferenza stampa di Gunter Schabowsky, funzionario del Partito socialista unificato della DDR, la città si raduna ai due lati del Muro per salutarne il crollo e con esso la fine di un’epoca.
Oggi, a distanza di 30 anni da quegli eventi, Ezio Mauro, giornalista, ex direttore de La Stampa e La Repubblica, scrittore e divulgatore, porta sul palco, in forma di conferenza teatrale, lo storytelling della caduta del sistema comunista, un momento che ha segnato una svolta storica per il mondo, fino ad allora diviso tra Est e Ovest.
Lo fa ripercorrendo tutte le fasi della vicenda, da quel dopoguerra che ha diviso la Germania in quattro zone amministrate dalle quattro potenze vittoriose, consegnando all’Unione Sovietica più del 30 per cento del Paese, al blocco dei rifornimenti imposto dai Russi alla capitale, passando per i tentativi di fuga dei Berlinesi fino alla caduta e a ciò che oggi la Berlino conserva a memoria di uno dei suoi periodi più bui.“Oggi tutto è ricomposto, la città e il Paese, la storia e la tragedia – racconta Ezio Mauro – come se la caduta del muro contenesse il principio ordinatore della nuova Europa, finalmente libero dal sortilegio che lo imprigionava. Un miraggio già svanito”.
Questa nuova produzione chiude la trilogia di cronache storiche, legate ad importanti anniversari, che ha ripercorso, insieme al pubblico, gli eventi della Rivoluzione Russa e del sequestro Moro.
Mercoledì 20 novembre Sala Pasolini Teatro Diana inizio ore 20:45.