“Può il direttore generale D’Amato stare al suo posto nonostante il pensionamento?”. La domanda viene posta da Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega, con una interrogazione al presidente della Regione, Vincenzo De Luca. L’attuale manager dell’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” è andato ufficialmente in pensione lo scorso 1 giugno ma continua a ricoprire l’incarico.
Tommasetti ritiene la situazione preoccupante a cominciare dai requisiti per la nomina “che escludono soggetti in quiescenza. Inoltre l’Azienda sotto la sua guida è stata spesso oggetto di criticità come le code ai Pronto soccorso, la carenza di posti letto e la mobilità passiva di pazienti verso altre regioni. I tempi d’attesa sono lunghissimi fino a una media di nove mesi e i cittadini preferiscono spesso accorciare i tempi con un aggravio di spesa. Aggiungo che i Nas hanno rilevato episodi di pazienti registrati in Pronto soccorso per ricoveri mai eseguiti. L’ultima goccia è poi la vicenda di Coscioni, sospeso dall’incarico di primario di Cardiochirurgia ma raggiunto da un divieto di dimora poiché, secondo la Procura, continuava a esercitarlo. Un caso, quest’ultimo, che ha sollevato gravi interrogativi su controllo e vigilanza della Direzione Strategica”.
Il consigliere regionale rimarca i dubbi “sulla normalità della gestione dell’azienda sotto la guida di D’Amato. Va ripristinato un corretto funzionamento della struttura, tenendo conto anche dei potenziali conflitti d’interesse emersi nel caso Coscioni”.
Tommasetti va in pressing su De Luca: “Quali motivazioni giustificano il mantenimento di D’Amato alla guida dell’Azienda? Che misure intende adottare la Regione per scongiurare altre situazioni come quella di Coscioni e garantire trasparenza? Chiedo infine quali azioni si intendano adottare per migliorare la qualità di assistenza e servizi ospedalieri”.