In Campania le imprese straniere toccano quota 36.930 e crescono nel terzo trimestre 2015 di circa il 4 per cento rispetto ai tre mesi precedenti, arrivando ad incidere per oltre il 31 per cento (31,6%) sul totale delle imprese. È quanto si evince dalle elaborazioni di Unioncamere-InfoCamere sulla base dei dati del Registro delle Imprese, estrapolati dal Centro Studi dell’Acs (Associazione Costruttori Salernitani), secondo cui «le aziende straniere crescono a ritmi frenetici» e «prediligono tra i settori il commercio e le costruzioni».
I numeri del comparto delle costruzioni
In Italia le aziende edili con un titolare straniero sono 128.961, pari al 15,1% sul totale del comparto (854.947), Il tasso di crescita delle aziende a guida straniera che operano nelle costruzioni è nettamente superiore al tasso complessivo riferito al’edilizia. Le imprese straniere sono cresciute nel terzo trimestre del 2015 (rispetto al secondo) del +0,49% rispetto alla variazione totale del +0,10%. Nel periodo settembre 2012/settembre 2015 sono aumentate al ritmo del +3,9%. Si tratta, inoltre, di aziende guidate da un consistente numero di giovani: 31.388 sul totale di 128.961, al punto che il peso di queste sul totale di imprese straniere del comparto è del 24,3% (mentre il peso delle aziende di costruzioni guidate da un giovane sul totale delle imprese è pari al 10,8%). Una differenza di oltre dieci punti percentuali che spiega bene l’entità del fenomeno in atto.
La situazione in Campania
In provincia di Napoli sono operative – al 30 settembre 2015 – 17.117 imprese a guida straniera con una crescita del 6,8% rispetto al trimestre precedente e con un tasso di incidenza sul totale delle imprese del 6,1%. Subito dopo Napoli, la provincia di Caserta con 8.831 aziende (+1,6%) ed un tasso di incidenza del 9,7%. Segue Salerno con 7.035 imprese (+1,7%) ed un tasso di incidenza del 5,9%. Poi Avellino con 2.498 imprese (+0,2%) ed un tasso di incidenza del 5,7%; e Benevento con 1.449 imprese (+1,2%) con un tasso di incidenza del 4,2%. La presenza più diffusa dal punto di vista dell’incidenza sul numero complessivo di aziende si registra quindi nel Casertano con un tasso percentuale (9,7%) superiore anche alla media-Italia (9,0%).
Lo scenario generale
L’incidenza del fenomeno delle aziende a guida straniera sulla composizione dello stock di imprese in Italia è diventata sempre più rilevante. «Giovane, dinamica – scrive nella nota del 20 novembre scorso Unioncamere – e dai tratti sempre più orientali: è l’identikit dell’impresa straniera in Italia. Negli ultimi 3 anni le aziende guidate da immigrati sono aumentate del 19%. Soltanto tra luglio e settembre 2015 sono avanzate ad un ritmo quattro volte superiore al resto del tessuto produttivo (+1,51% contro lo +0,34%), contribuendo al 40% della crescita realizzata dall’intero sistema imprenditoriale italiano. Restando agli ultimi dodici mesi, ad allungare il passo sono stati soprattutto i titolari di ditte individuali provenienti dall’India (+25,8%), dal Bangladesh (+21,1%) e dal Pakistan (+20,3%). Un boom che ha portato a fine settembre l’esercito delle imprese capitanate da stranieri a quota 546mila. Un’impresa su quattro ha al comando un under 35, contro il 10% del totale delle aziende italiane».
I comparti di riferimento delle imprese straniere
È possibile, inoltre, identificare le “specializzazioni” professionali che emergono analizzando i comparti di riferimento principali in base alla nazionalità degli imprenditori. «I cinesi – si legge nella nota di Unioncamere – sono occupati nella manifattura e nel confezionamento di articoli di abbigliamento (un’impresa su tre del settore è in mano ad un titolare nato in Cina), i rumeni prediligono le costruzioni (oltre 31mila le aziende presenti in Italia al 30 settembre scorso), mentre i marocchini (la comunità più numerosa nel tessuto economico italiano con 67mila unità) il commercio».
Il commento del presidente Antonio Lombardi
«Siamo i fronte ad un fenomeno – dichiara il Presidente di ACS Salerno Antonio Lombardi – che si inquadra all’interno dei mutamenti in atto nella composizione del tessuto produttivo. La spinta dinamica delle aziende a guida straniera negli ultimi anni si è rivelata un fattore assolutamente positivo, contribuendo a reggere, per quanto possibile, l’urto di una crisi occupazionale che nel Mezzogiorno ed in Campania non è di certo stata archiviata. Nell’ambito della filiera delle costruzioni si registra un massiccio ingresso di imprese e partite Iva a titolarità straniera, anche nel segmento specifico dell’edilizia che prevede la specializzazione degli addetti. È evidente, però, che occorre incanalare queste spinte importanti in un più ampio disegno strategico di rilancio del settore che continua a vivere una situazione di gravissima difficoltà».
«In altre parole – continua Lombardi – proprio facendo leva sull’apporto delle nuove forze produttive, tra l’altro con una forte caratterizzazione di imprenditorialità giovanile, è indispensabile porre mano ad una manovra di generale rilancio degli investimenti nell’edilizia: non è più possibile continuare a passare da un annuncio all’altro senza che, poi, aprano effettivamente i cantieri. Né può bastare l’aspettativa che si concretizzino al più presto le gare pubbliche espletate in considerazione della tempistica legata a meccanismi procedurali incredibilmente complessi e penalizzanti per le imprese che pure non hanno fatto mancare in questi anni progettualità e proposte senza ricevere alcuna risposta».
«L’auspicio – conclude Lombardi – è che in presenza di un significativo dinamismo imprenditoriale si riesca a smuovere la palude burocratica ed amministrativa in modo da consentire alle forze sane del sistema produttivo di ripartire e di iniziare nuovamente a creare reddito ed occupazione».