Vale 10 miliardi di euro l’anno il “giro d’affari” del racket che grava sulle imprese italiane. La quota più ampia è a carico dei commercianti costretti a pagare alla criminalità organizzata un pizzo pari a 6,5 miliardi (il 65%). Sono oltre 200mila i negozianti e gli artigiani colpiti dall’estorsione.
Questi alcuni dei dati contenuti nella seconda edizione del libro “I costi dell’illegalità e la lotta alla criminalità organizzata” appena pubblicato da Unimpresa, presentato oggi a Roma, all’Auditorium della Conciliazione, durante il convegno “Legalità dove sei?” a cui ha partecipato fra gli altri anche il Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, il quale ha sottolineato l’essenzialità della collaborazione internazionale per combattere le mafie.
L’estorsione, ha sostenuto Luigi Scipione, Docente di Diritto dell’economia , estensore del rapporto, al di là del ritorno economico, è l’attività criminale che più di ogni altra crea assoggettamento e serve a confermare la supremazia delle associazioni criminali sul territorio.
Drammatico anche il dato riguardante l’usura, dove si arriva a pagare tassi fino al 1500% all’anno. Secondo Scipione “la sensazione più diffusa e raccapricciante è che esistano settori in cui l’usura si va facendo sempre più sofisticata ed indipendente anche rispetto alla criminalità organizzata, in particolare il settore professionistico e, a certi livelli, lo stesso settore bancario”. I
Il convegno, a cui ha partecipato anche una folta delegazione salernitana guidata dal presidente provinciale Demetrio Cuzzola, ha visto avvicendarsi al tavolo dei relatori il presidente di Unimpresa Paolo Longobardi, il segretario dell’associazione nazionale fra le banche popolari Giuseppe de Lucia Lumeno, il presidente del Centro studi internazionale Sturzo Gaspare Sturzo ed il Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, che ha sottolineato l’importanza del sequestro dei beni dei criminali, che come nel recente caso romano riguarda beni per centinaia di milioni di euro.
Il dibattito è stato coordinato dal vice direttore del Tg1 Gennaro Sangiuliano.