Corpi liberi, Edoardo Colace e le foto sportive alla Galleria Cerzosimo

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La prima foto sportiva è avvolta da un’aura di mistero. Risale all’anno 1855: ritrae due pugili a torso nudo, uno dinanzi all’altro con gli sguardi fissi uno dentro l’altro.

I boxeur sono pronti al combattimento, ma come l’etichetta dell’epoca impone, entrambi  con una certa eleganza la posizione di guardia. La gente intorno osserva più incuriosita che appassionata. Chi sono i due pugili? È un incontro ufficiale o sono due dilettanti che hanno messo su un ring estemporaneo, come il pubblico sembra far intuire? Anche questa domanda non trova risposta. L’unica certezza è che la foto è conservata nella Royal Library di Windsor e che, anche se non ha il tocco di un grande maestro, di sicuro ha l’autorità di uno scatto che ha praticamente “inventato” un genere.

Il fotografo Edoardo Colace ha immortalato il prezioso lavoro delle associazioni sportive. È proprio lo sport il filo conduttore che unisce i protagonisti delle immagini protagoniste della terza tappa dei “Dialoghi sulla fotografia”, dal basket, al volley, alla ginnastica artistica, all’atletica leggera e molte altre attività ancora. 

Lo sport è la più potente rete sociale che si possa immaginare. Un social network reale, capace di unire, connettere, coinvolgere persone anche molto differenti tra loro accomunate da una comune passione. Una rete sociale tangibile, fatta di persone, di esperienze, di sudore, di amicizia e di integrazione. Attraverso il social network sportivo si costruisce una comunità, senza distinzioni di età, di sesso, di razza, di campanile o classe sociale. Lo sport, da sempre, rappresenta lo specchio della nostra società, ricopre un ruolo determinante nella nostra cultura, sociale e familiare, grazie alla sua funzione educativa. È in grado di trasmettere modelli di vita e pratiche di comportamento più o meno virtuose, rappresentando un importante momento di crescita, sia da un punto di vista fisico-motorio che psicologico-emozionale, capace di contribuire attivamente alla formazione delle personalità dei soggetti coinvolti, all’inclusione e al rispetto.

Il maggio della galleria Cerzosimo si chiuderà, quindi con la “visione” fotografica di Edoardo Colace, che venerdì 24 maggio ore 19, vivrà  il suo vernissage presentata da Cristina Tafuri. Martedì 28 maggio alle ore 19 “Dialoghi sulla fotografia” nella galleria salernitana di Armando Cerzosimo, ospiteranno Paola Berardino, delegato provinciale Coni Salerno, Pino D’Andrea consigliere amministrazione comunale di Salerno e presidente della Salerno Guiscards e Fabio Setta giornalista sportivo, moderati dalla giornalista Erminia Pellecchia. Venerdì 31 maggio alle ore 19 finissage della mostra con l’intervento di Armando Cerzosimo, prima della serata dei Dialoghi in tour, fissata nello Studio Cerzosimo in Bellizzi lunedì 3 giugno, sempre per le ore 19.

“In queste istantanee in esposizione – ci dice l’artista – sono impresse le immagini che archiviano esperienze, in una memoria collettiva universale, accessibile a tutti coloro che ancora credono che nell’estetica del movimento ci sia la speranza del cambiamento. La mostra cerca di offrire uno sguardo efficace sulle sfide quotidiane dei bambini e non che le affrontano, dove spazi insufficienti coesistono con una vitalità che quasi mai si concilia con il possibile e la dignità, senza la monetizzazione dell’impegno né del tempo. Sono immagini di uomini, donne, ragazzi che non vivono di sport ma che vivono per lo sport e di bambini che giocano con lo sport. Istantanee vivide, cristallizzate da un fotografo, che è riuscito a catturare emozioni e fatica atte ad esaltare movimenti di imprese individuali e di squadra, che vengono archiviati nella memoria di ogni singolo per creare legami sociali e di pace, di solidarietà e di rispetto, per creare obiettivi di salute e istruzione, specie nella crescita di bambini e ragazzi, per costruire relazioni con i coetanei e gli adulti, per promuovere inserimento sociale, per essere mezzo di diffusione di rispetto delle regole e degli avversari, la lealtà verso i compagni, per accrescere la consapevolezza del proprio corpo”. 

 

 

BIOGRAFIA

 

Edoardo Colace, salernitano, ha iniziato a fotografare nel 1973 passeggiando nei quartieri periferici della sua città. Nel 1975, quando gli impegni di lavoro, le risorse economiche e la difficile mobilità lo consentivano, ha iniziato a costruire la sua fotografia, sostenuto da chi fermamente voleva che scrivesse con l’immagine delle storie vere che fossero finestre aperte sulle emotività e sulle essenzialità. Ama il mare e la spiaggia, ama i vecchi “accelerati” e le vecchie “littorine”. Ama le campagne e i paesaggi. Ama la storia, le tradizioni e l’identità delle comunità. Ama la fotografia della quotidianità, dello scenario della natura e dell’aspetto territoriale. Ama l’arte e il confronto.

Ha partecipato a molteplici mostre collettive tenutasi nella sua città. Tra l’altro ha prodotto fotografie a corredo “Salerno in restauro del Palazzo Fruscione” pubblicate sulla rivista Salternum a cura del Gruppo Archeologico Salernitano; ha partecipato alla rassegna “Stella in Arte – Tempi sospesi” giunta alla sua XVII edizione di Stella Cilento curata dalla critica d’arte Cristina Tafuri con l’organizzazione di Silvio Massanova, è stato presente alla rassegna “Dadodautore” curata dal poliedrico artista Antonio Baglivo. 

Tra le opere ha realizzato per il progetto “Il cammino di Escher” 10 pannelli fotografici 50×70 cm in metacrilato trasparente 8 mm con stampa diretta in vetrofania bianco/nero attualmente installati sul territorio del comune di Atrani che ripercorrono oggi le litografie di Maurits Cornelis Escher) durante il suo periodo di permanenza in Costa d’Amalfi.