Giovanni Di Martino, Sindaco del Comune di Praiano, in qualità di Presidente della Conferenza dei Sindaci della Costa d’Amalfi, ha presentato una proposta al Governo, alla Regione e alla Provincia di Salerno, chiedendo:
Di riconoscere, per il triennio 2020-2022, a ciascun Comune, la quota IMU PARI AL 7,60% degli immobili di categoria D riservata allo Stato ai sensi art. 1, comma 380, lett. f), legge n. 228/2012.
Tale entrata:
– in forza del principio di territorialità, ritornerebbe nell’ambito di competenza dell’ente di appartenenza;
– comporterebbe un incremento delle entrate sia in termini di competenza che in termini di cassa;
– prevedere la possibilità di procedere ad un accertamento convenzionale dell’Imu per un importo che tenga comunque conto degli incassi effettuati negli anni precedenti;
– Di liberare la destinazione del risparmio conseguente all’esenzione dal pagamento, per l’anno 2020 della quota capitale dei mutui Mef prevista dal Decreto Cura Italia per l’emergenza Covid-19 per darne autonoma destinazione secondo le esigenze di bilancio dell’ente sia per l’anno 2020 che per l’anno 2021;
– Di escludere dall’obbligo di pagamento, unitamente alla quota capitale dei mutui MEF, anche la quota capitale degli altri mutui dell’ente per le annualità 2020 e 2021;
– Di rimuovere i vincoli di destinazione a quelle tipologie di entrata che allo stato, sono già notevolmente pregiudicate nel loro realizzarsi, quali proventi derivanti da Violazioni al Codice della Strada, Imposta di Soggiorno, proventi concessioni edilizie e relative sanzioni, al fine di poter utilizzare quanto vincolato nell’avanzo di amministrazione anche per tipologie di spese correnti diverse da quelle che vengono previste dalla relativa normativa;
– Possibilità di utilizzo delle quote di avanzo di amministrazione vincolato e destinato derivante dalle sole economie su mutui e trasferimenti riferiti a investimenti già conclusi, con la possibilità di destinarle ad interventi necessari ad attenuare la crisi del sistema economico derivante dagli effetti diretti ed indiretti del coronavirus con particolare riferimento agli squilibri di gestione, anche in sede di verifica degli di bilancio nel corso del corrente esercizio. Per i mutui assistiti da contributi regionali o statali ricevere con estrema urgenza, dietro preventiva comunicazione, le autorizzazioni necessarie a tale utilizzo;
– Di consentire -sulla scorta di quanto previsto dagli artt. 39-ter e 39-quater del d.l..n 162/2019, convertito dalla legge n. 8/2020 per le fattispecie ivi previste – di ripartire il disavanzo derivante dallo squilibrio di gestione determinatosi per effetto delle minori entrate accertate in conseguenza dell’emergenza epidemiologica dovuta al covid19, in quote costanti per 30 anni a decorrere dall’esercizio 2021 (deroga al pareggio di bilancio);
– Prevedere il Fal o strumento analogo per gli enti più a rischio di liquidità senza porre interessi a carico dell’ente; – In relazione agli utilizzi dell’anticipazione di tesoreria il costo relativo agli interessi deve essere posto a carico dello Stato per tutto il periodo che va dall’inizio dell’emergenza sanitaria sino al 30.06.2021. In questi casi si conseguirebbe un vantaggio di tipo macroeconomico consentendo a tutti gli enti in modo agevole e funzionale di rispettare gli obblighi di pagamento di ritenute, fornitori, enti e dipendenti;
– Di rimborsare,per il periodo 23.02.2020 – 31.12.2020, l’importo derivante dal divieto di decurtazione dei corrispettivi del trasporto pubblico e/o del trasporto scolastico introdotto a seguito della conversione in legge del Decreto 18/2020, che a seguito dell’emergenza sanitaria era stato sospeso dall’ ente;
– Da un punto di vista tributario, prevedere forma di agevolazioni in materia di TARI per le utenze domestiche e non domestiche, con oneri a carico dello Stato;
– Di rettificare la percentuale per il calcolo del Fondo crediti di dubbia esigibilità in sede di predisposizione del bilancio di previsione 2020/2022 nella misura del 50% per le annualità 2020 e 2021;
– Di prevedere un fondo integrativo di euro 150.000,00 per i Comuni inferiori a 5000 abitanti e di euro 250.000,00 per i Comuni superiori a 5000 abitanti a titolo di parziale ristoro del minore gettito derivante anche dalle entrate extratributarie, notevolmente legate alla risorsa turistica. (ANSA)