La Consulta della Sanità doveva già essere realtà da anni, molto prima dell’esplosione della pandemia da Covid-19. In un simile contesto, questo strumento sarebbe stato una forma in più di tutela reale e concreta per tutte le cittadine e i cittadini di Salerno e non solo. E’ per questo che Coraggio Salerno ha individuato in questo strumento la sua prima vera proposta, sulla spinta di tante altre associazioni, resa ufficialmente pubblica domenica 17 gennaio 2021 durante l’evento online organizzato dal gruppo “La Città che Cura”, di Coraggio.
Si tratta di un organo consultivo che era previsto dallo stesso statuto del Comune di Salerno ma che non è mai stato attivato e reso effettivo. La Consulta è un luogo politico, ma anche fisico, in cui si incontrano cittadini, associazioni e gli enti locali; l’attore principale che regolamenta questo istituto è il Comune stesso.
Il Testo Unico dello Statuto comunale prevede infatti “forme di consultazione della popolazione nonché procedure per l’ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresì, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame”.
In particolare l’art. 37 dello statuto recita che “il Comune, al fine di garantire la partecipazione alla vita ed alle attività dell’Amministrazione locale, promuove la costituzione di Consulte permanenti per gruppi omogenei di materie”.
Grazie alla Consulta l’intera cittadinanza viene dotata di uno strumento di monitoraggio costante e approfondito sullo stato di erogazione di tutti i servizi sanitari attivi sul territorio. Se già fosse stata operativa durante questa terribile pandemia, sarebbe stato possibile per i cittadini avere piena chiarezza sui dati riguardanti diffusioni del contagio, stato di erogazione di servizi ospedalieri e ambulatoriali, funzionamento e disservizi delle USCA, tempistiche e altro ancora.
Ma al di là del Covid esistono una miriade di malattie croniche come quelle cardio-vascolari, i tumori e tutti i piani di prevenzione sanitaria, un’immensa mole di informazioni spesso sconosciute ai cittadini, che sono abbandonati e disorientati in un rimpallo di responsabilità e funzioni, un grave scenario che conosciamo da prima del Covid.
L’idea che nasce da Coraggio Salerno è quella di dare priorità allo sviluppo della medicina di prossimità, che permetta di garantire il diritto alla salute come bene e servizio erogabile efficacemente e con celerità, oltre ad alleggerire il carico sulle strutture ospedaliere.
In questa direzione rientra anche la seconda proposta, direttamente correlata a quella della Consulta sulla Sanità: l’istituzione delle Case della Salute, sperimentazione cominciata nel 2007 e implementata successivamente tramite il decreto Balduzzi del 2012. Coraggio Salerno chiede di iniziare a sperimentarle, riorganizzando così l’assetto della sanità territoriale. Il decreto prevede l’aggregazione in centri di prossimità per il cittadino di medici di medicina generale, pediatri, medici della guardia medica e specialisti. L’obiettivo è quello di garantire assistenza medico-sanitaria per l’intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana.
Al webinar online organizzato da Coraggio Salerno (e trasmesso sui suoi canali social) intervengono Margaret Cittadino (del Tribunale dei Diritti del Malato), Vincenzo Caporale (Presidente della Consulta della Salute di Napoli), Rolando D’Elia (presidente dell’Associazione AANAO-ASSOMED), Paolo Fierro (Medicina Democratica) e Lambros Andreou (Salerno in Piazza). Modera l’incontro Matteo Zagaria, portavoce di Coraggio Salerno e membro del gruppo di lavoro “La città che cura”.
Matteo Zagaria: “Un approccio di prossimità della medicina coordinata tra gli enti locali e le ASL avrebbe limitato i gravi effetti della pandemia sul territorio e avrebbe garantito cure a tutti, sia pazienti covid e non covid, e avrebbe permesso di ammortizzare le gravi inefficienze dovute ai continui tagli alla Sanità perpetrati negli ultimi anni. Se vogliamo andare oltre la pandemia, con coraggio, servirà sperimentare soluzioni come quelle della Consulta e delle case della salute anche sul nostro territorio.”