Convegno sulla Real Casa di Borbone delle Due Sicilie: “Un regno, un popolo, una storia nascosta. Tra verità e menzogne di ieri e di oggi”

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Bellante, borgo di origine medievale, anticamente fortificato, che ancora conserva un tratto delle antiche mura con la relativa porta di accesso al centro urbano è stato recentemente suggestivo palcoscenico di incontro e di celebrazione… Qui, fra vicoli, archetti e scorci di mare, a un tiro di sasso dal vecchio palazzo comunale e dalla torre della Chiesa di Santa Croce, si è tenuto un importante momento celebrativo a sostegno della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie. A quasi 350 m. di altezza s.l.m., l’ultimo giorno di febbraio, fra l’incanto del Torrione, di Palazzo Tattoni, e dei ricchi e fantastici balconcini,  si è voluta ancora issare la bandiera di casa Borbone, tutt’oggi simbolo dell’unità del Sud e della nostra indipendenza. La bandiera svolazzante col grande stemma borbonico,  per tutti si rappresenta memoria del nostro popolo, della nostra storia, che vide questa parte della penisola italica, come l’unica e vera Nazione, ricca di cultura, di benessere e di civiltà.

“Un regno, un popolo, una storia nascosta. Tra verità e menzogne di ieri e di oggi” è stato il tema centrale dell’evento del 28 febbraio u.s., organizzato dai Comitati delle Due Sicilie della regione abruzzese. La sala consiliare “Saliceti” ha ospitato l’incontro. All’evento di natura storica hanno preso parte Fiore Marro, (Presidente Nazionale dei comitati CDS e scrittore di libri a tema); l’Avv. Luigi Spina, (referente regionale dei CDS Abruzzo); Clara Di Costantino, (referente provinciale dei CDS Teramo); E. Simone Serpentini, storico e scrittore; Prof. Don Massimo Cuofano, della Fondazione Francesco II di Borbone; Gianluca Monaco referente della Scuola di studi giuridici ed economici;  G. Auriti; Claudio D’Innocenzo, regista e sceneggiatore; Gabriella A. Rapposelli delle Brigantesse d’Abruzzo e referente dell’Area Vestina (PE) dei CDS; Graziano D’Angelo Nuove Sintesi. La funzione di moderatore l’ha svolta Armando Centore.
I relatori hanno dibattuto intorno alla storia del Regno delle Due Sicilie e della guerra civile successiva, denominata “Brigantaggio”, di cultura e teatro legati a queste tematiche e di economia con il sistema monetario “duosiciliano” posto a confronto con quell’attuale “eurogermanicocentrico”. Hanno collaborato all’organizzazione le Associazioni: la “Notte dei Briganti”, le “Brigantesse d’Abruzzo”, “Briganti e Guerrieri d’Abruzzo”  e “Nuove Sintesi, un’associazione giovanile culturale di Bellante”.  I Comitati delle Due Sicilie, riferiscono gli organizzatori, rappresentano tutti i Meridionali desiderosi di superare la propria condizione di minorità; questi sono l’espressione della volontà di realizzare l’importante progetto del riscatto del Sud. Hanno l’obiettivo di promuovere la riscoperta della nostra gloriosa storia, della nostra identità e della nostra cultura. Detti Comitati credono di potere un tempo recuperare, all’interno dello Stato italiano, unitario e repubblicano, la considerazione e la dignità perduta. E’ fatto obbligo morale a quanti mostrano fede in tal senso di preparare il terreno a chi verrà dopo, per renderlo cittadino consapevole, attivo e arbitro del suo destino. La presenza dei Borbone nella società odierna meridionale, attraverso la  figura del Principe Carlo di Borbone, Duca di Castro, legittimo Capo della Reale Casa dei Borbone Due Sicilie, è importante in quanto è rappresentazione viva, simbolo forte e concreto del nostro passato che vuole farsi forza ancora oggi e ritrovarsi nell’orgoglio della verità.  Con la riflessione storica sulle menzogne e sulle verità di ieri  e di oggi, si è voluto sottolineare il valore dinastico borbonico delle Due Sicilie.
La Fondazione Francesco II, nel corso  dell’evento, ha avviato  il suo gruppo regionale; è stata conferita, nel corso dell’incontro, la nomina di delegato a Luciano Troiano. L’impegno della Fondazione, che ha scelto come Presidente il Principe Carlo, Capo della Real Casa di Borbone, afferma Cuofano, è l’unità inscindibile con la Real Casa. La Fondazione conta, in questa fase primiera di crescita, altre delegazioni così distribuite sul territorio nazionale e non: Trento (Trentino) delegata Mariella Mastromatteo; Bari (Puglia) delegato Francesco Bitonti; Napoli  (Campania)delegato Francesco Spagnuolo, coaudiuvato dalla signora Maria Garenna; Salento (Puglia) delegato, Giovanni Greco Genau; Castrovillari (Calabria) delegato  Claudio Di Salvatore; Florida (America) delegato Alessandro Simone Salamone Reitano. I delegati saranno anche responsabili dei gruppi dell’Unione di preghiera e carità Francesco II, Associaizone privata nata all’interno della stessa Fondazione.

Il Prof. Don Massimo Cuofano, appassionato sostenitore filoborbonico, ha tenuto, come accennato, recentemente un importante intervento, in qualità di relatore su Francesco II. Oggi il rappresentante e il capo della della Real Casa Borbone Due Sicilie, discendente  dalla Real Casa di Borbone di Francia e di Spagna, è Sua Altezza Reale il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Castro. Con Sua Altezza Reale la Principessa Camilla di Borbone delle Due Sicilie, la sua consorte, è attivamente impegnato nella promozione dell’identità culturale, artistica, storica e spirituale dell’Italia meridionale. Massimo Cuofano, nel corso della manifestazione ha tracciato il veritiero profilo di Francesco II di Borbone e ha descritto le peculiarità della Fondazione sorta in nome di questo sovrano. Numerosi i presenti interessati all’argomento. Tutti hanno prestato speciale interesse intorno al profilo di Francesco II che Cuofano ha amabilmente e appassionatamente tracciato. Il profilo di un sovrano che amava ed era fortemente legato al suo popolo. Ecco, infatti, come si esprimeva Francesco II in tal senso: “I miei affetti sono qui. Io sono napoletano, né potrei senza grave rammarico dirigere parole d’addio ai miei amatissimi popoli, ai miei compatrioti. Qualunque sarà il mio destino, prospero od avverso, serberò sempre per essi forti ed ammirevoli rimembranze. Raccomando loro la concordia, la pace, la santità dei doveri cittadini. Che uno smodato zelo per la mia Corona non diventi fonte di turbolenze. Sia che per le sorti della presente guerra io ritorni in breve fra voi, o in ogni altro tempo in cui piacerà alla giustizia di Dio restituirmi al trono dei miei maggiori, fatto più splendido dalle libere istituzioni di cui l’ho irrevocabilmente circondato, quello che imploro da ora è di rivedere i miei popoli concordi, forti e felici”.
Un rilevante passaggio dell’intervento di Don Massimo Cuofano che ha racchiuso una  preziosa sollecitazione a tutti i presenti, è servito a difendere e a fare chiarezza intorno alla figura del sovrano: “….Quante verità nascoste, quante menzogne, che non sono rimaste ferme ad ieri, ma che ancora oggi hanno il loro peso. Esse hanno condizionato in questi 154 anni trascorsi il nostro popolo, ma anche la figura di questo Re, che porta nella sua persona tutti i drammi e le ingiustizie subite dal popolo meridionale, ieri e oggi. Quindi fare luce su di lui, e glorificare la sua persona, significa riportare onore e dignità a tutto il popolo meridionale, a quella Napoli, per la quale lui si è sacrificato, e della quale si sentiva vero figlio. Quanti luoghi comuni, e il più grave voler dire che i Borbone, e quindi lo stesso Francesco, fossero stranieri, spagnoli. Ecco la prima grande menzogna, la quale Francesco stesso ha contestato, con le sue parole, con il suo amore per la nostra terra, con la sua vita. “Io – disse Francesco – sono un principe italiano al quale ingiustamente è stata fatta guerra (da altri italiani)… io sono napoletano, qui sono i miei affetti…”.
Secondo lei , chiediamo a Don Massimo Cuofano, come dobbiamo guardare noi oggi Francesco II?
“Dobbiamo guardare Francesco II come uno di noi, un figlio del Sud, un uomo della nostra terra. Non c’è figura più attuale a cui poter guardare, ed oggi più che mai lo diventa per la lotta alle ingiustizie e iniquità che ancora opprimono il nostro territorio. Egli è stato, primo tra i meridionali a subire calunnie, offese, inganni, tradimenti; il primo a cui è stato derubato il diritto alla sua terra, ai suoi beni, alla sua casa, alla sua famiglia, al suo lavoro; il primo esiliato ed emigrato, costretto a vivere lontano dal sole di Napoli e morire in un altro luogo che, seppure fredda e straniera, ha avuto per lui affetto e accoglienza”.
Oggi, dice Cuofano dobbiamo far posto al dovere della Verità. Bisogna fare luce intorno a Francesco II e alle dinamiche del suo operato. Occorre raccontare la storia nel rispetto dei suoi eventi. La lettura del passato non deve rappresentarsi come rimpianto, ma deve potere riscontrare la sua utilità in funzione del bisogno di costruire un futuro nuovo, vero, più giusto. “Tante volte, dice, molti semplificano il racconto di certe cose additandoci come nostalgici…Non è nostalgia la nostra!  Guai se lo fosse! La nostalgia porta ai rimpianti… Abbiamo voglia, invece, di costruire, di ridare speranza, di permettere ancora alla nostra gente di sorridere e ci auguriamo poterlo fare oggi proprio nel nome di Francesco II”.
Con quale intento è nata la Fondazione a lui intitolata?
“Francesco II è stato l’ultimo atto della nostra storia interrotta e della libertà e autonomia del nostro popolo. Francesco II deve diventare il segno della riscossa e della rinascita. Ecco, con questa volontà è nata la Fondazione. Fondazione che vuole raccogliere tutti gli scritti e i documenti che riguardano questo Re, per farne un archivio storico e permettere studi e ricerche più approfondite sulla sua persona. Questo ci permetterà di scrivere nuove pagine sulla sua figura, di poterne trasmettere la conoscenza attraverso convegni, conferenze, i mass media”.
La Fondazione ha diversi progetti di rilievo. Una finalità importante ci risulta la causa di beatificazione e canonizzazione di Francesco II.
“Si, effettivamente un progetto importante della Fondazione Francesco II è quello di promuovere la causa di beatificazione e canonizzazione di questo Re umiliato e bistrattato, perché ci sono tutte le condizioni necessarie per agire in tal senso….”

Quali sono gli altri fini della Fondazione?
“La Fondazione, nata nel nome di Francesco II, proprio in funzione della sua vita e del suo esempio, ha certamente altri scopi e progetti da raggiungere. Essi sono racchiusi nei cinque punti inseriti nel logo: Identità, Cultura, Fede, Solidarietà, Carità.  I primi due riguardano l’identità e la cultura. Proprio da lui impariamo ad apprezzare e difendere la nostra Identità di “duosiciliani”, che vogliono rileggere il loro passato, ritrovare la propria memoria e costruire il futuro. Come Re Francesco, formato alla scuola di illustri maestri, dobbiamo essere gente di grande cultura. Egli fu un erudito studioso delle scienze umane, di quelle teologiche, del diritto, quindi non quel re inetto e debole, imbecille, che la falsa storiografia di ieri e di oggi vuole far credere. Come lui dobbiamo tenerci allenati e fermi nei nostri buoni Ideali, e ancor più nella nostra Fede cristiana. Da giovane, fino alla fine dei suoi giorni, fu un cristiano autentico, uomo di preghiera, fedele ai sacramenti e alle opere di carità. Proprio in questi tempi difficili, dove relativismo e dubbio vogliono prendere il sopravvento, dobbiamo con la nostra vita, con le opere, con la parola, annunciare il nostro Credo. Ma lo sguardo di Francesco seppe guardare lontano, riaccendere speranza. Seppe essere, sin nei pochi mesi del suo regno, ma anche durante il precipizio della guerra, un uomo costruttivo. Ci sono tante testimonianze delle opere sociali che ha fatto, ma anche di solidarietà. Ma questa sua solidarietà non è finita con la fine del regno, è continuata dopo, in tante occasioni”.
Quindi la Fondazione si vuole porre con una identità solidale e caritatevole?
“Si, certo. La Fondazione proprio nel nome di Francesco II vuole essere una testimonianza concreta di solidarietà e carità. Vuole vivere questa carità a favore dei bisogni e della gente della nostra terra (l’ex regno delle Due Sicilie). Oggi molti si interessano dei problemi di tanti che sono lontani, di altri paesi, ma non si riesce a guardare la povertà e la necessità del mio fratello che abita accanto a me, proprio girando l’angolo della mia strada. La Fondazione vuole prendere a cuore questa povertà…La Fondazione ha come obiettivi anche quelli di essere uno strumento di promozione sociale, spirituale, umana, culturale del nostro popolo. Dare impulso ai nostri giovani per indirizzarli nel mondo del lavoro e nella società. Essere custodi del futuro dei nostri bambini e delle nostre famiglie. Questa era la volontà di Francesco II, questo deve diventare il nostro impegno. Sarà proprio questa carità reale, concreta, che diventerà impulso alla glorificazione di Re Francesco II, e quindi alla glorificazione delle nostre genti delle Due Sicilie.
Per fare tutto questo la Fondazione ha bisogno del vostro sostegno, della vostra adesione, della voce e delle mani di ciascuno”.
Francesco II di Borbone, battezzato Francesco d’Assisi Maria Leopoldo, naque a Napoli il 16 gennaio 1836  e morì ad Arco il 27 dicembre 1894, fu l’ultimo re delle Due Sicilie, salito al trono il 22 maggio 1859 e deposto il 13 febbraio 1861 dopo l’annessione al Regno d’Italia. Francesco II di Borbone, ultimo re di Napoli, fu promotore di numerosi interventi per favorire industrie, commerci, ferrovie e opere di assistenza, oltre a progettare il Centro direzionale della Capitale. Difese eroicamente il Regno fino all’ultimo assedio nella fortezza di Gaeta, caduta la notte del 13 febbraio del 1861. Tanto ebbe a dire nel tramonto del suo Regno:  « Traditi egualmente, egualmente spogliati, risorgeremo allo stesso tempo dalle nostre sventure; ché mai ha durato lungamente l’opera della iniquità, né sono eterne le usurpazioni. »

Emilio La Greca Romano