Continuano a crescere i numeri dell’attività sportiva svolta nelle carceri campane, iniziata nel 2012. Questa mattina, nel corso di un incontro al quale hanno preso parte il presidente del Coni Campania, Cosimo Sibilia, il dirigente del Ministero della Giustizia incaricato del progetto sport nelle carceri, Claudio Flores, i dirigenti degli istituti penitenziari della Campania e i tecnici che già svolgono attività nelle strutture, oltre ai delegati Coni-Point della regione, Napoli-Sergio Roncelli, Benevento-Mario Collarile, Caserta-Michele De Simone, Salerno-Domenica Luca, e al vicepresidente vicario del Coni Campania, Amedeo Salerno, è stato tracciato un bilancio dei primi anni di attività e sono stati individuate le criticità da superare per permettere uno sviluppo sempre maggiore del progetto.
“Da quando è partita questa iniziativa, che vede i nostri tecnici impegnati in modo volontario e gratuito, i risultati sono stati brillanti – ha spiegato Sibilia -. Il nostro obiettivo è far crescere ancora il progetto, la cui importanza è stata sottolineata diverse volte dal presidente nazionale del Coni, Giovanni Malagò”.
“Non ci aspettavamo questo successo quando tutto iniziò tre anni fa – ha aggiunto Flores -. Questo è stato possibile grazie all’impegno dei tecnici qualificati del Coni. Al momento abbiamo alcune strutture, come Poggioreale, Secondigliano, Pozzuoli, Nisida, Bellizzi Irpino, Salerno ed Eboli, in cui l’attività va avanti da anni e va solo consolidata, e altre in cui sarebbe importante riuscire ad entrare e grazie all’impegno dei nostri dirigenti e del Coni riusciremo a sviluppare il progetto in futuro. Penso ad esempio alla provincia di Caserta, e a quella di Benevento, dove a breve potremo iniziare delle attività”.
Da sottolineare che i detenuti del carcere di Eboli, in cui già si svolge attività sportiva, saranno impegnati a breve nel recupero di strutture sportive esterne al carcere, mentre la struttura di Carinola, ancora non impegnata nel progetto, ha a disposizione una palestra con attrezzi che sono stati donati dalla moglie dell’attore Pietro Taricone, Kasia Smutniak. In totale sono dieci le strutture penitenziarie coinvolte e in sette di queste l’attività va già avanti da diversi anni, coinvolgendo centinaia di uomini e donne in regime di detenzione.