Il V festival di Musica elettroacustica e contemporanea, firmato dai dipartimenti di Nuove tecnologie e linguaggi musicali e di Teoria, analisi e composizione, dei docenti Silvia Lanzalone e Giancarlo Turaccio, propone un prologo e quattro giornate ispirato al tema “Confini Mediterranei”, che sarà ospitato in diversi spazi del Conservatorio “G.Martucci”.
Il prologo, intitolato “Ex tempore”, previsto per il 17 ottobre vedrà, nella Sala A, a partire dalle ore 18, la presentazione di Mundus Combinatorius, un percorso video musicale di Raffaele Grimaldi e Raphael Dallaporta attorno alla figura di Athanasius Kircher. Il video è costruito come una sorta di mosaico dove le immagini restituiscono lo spirito di quello che fu il museo kircheriano attraverso i resti che oggi sono disseminati nei più celebri musei di Roma.
Gli oggetti presenti nel video sono i reali resti di quel che ne rimane oggi e sono stati accuratamente studiati in base alle informazioni contenute nell’unico esemplare di catalogo esistente della collezione: il Romani Collegi Societatis Jesu Musaeum Celeberrimum, pubblicato nel 1678 e che comprendeva circa 20.000 pezzi. La musica è stata composta a partire da un algoritmo (arca musarythmica) che prende spunto dalla tabula mirifica, concepita dallo stesso Kirchner e che è possibile oggi definire come il primo esperimento di composizione assistita. Gli elementi portanti del brano sono stati realizzati in studio con musicisti e poi ritrattati attraverso dei processi di riscrittura elettronica.
Il progetto, sotto forma di installazione, è inteso come una sorta di testimonianza audio/visiva della reale esistenza di un patrimonio apparentemente perduto. L’opera in forma di installazione è stata realizzata con la collaborazione degli architetti Eric Gillet & Stephanie Fabre. Seguirà, nella Sala Concerti, alle ore 19, la performance del trio Longobardi-Rabbia-Roccato, con il leader al pianoforte, Michele Rabbia alle percussioni e Daniele Roccato al contrabbasso. La formazione che terrà nel pomeriggio, un seminario sull’improvvisazione e le nuove tecniche strumentali, anche in combinazione con l’elaborazione elettronica dal vivo, chiuderà la serata con “In-nomine. A Giacinto Scelsi”, il “Charles Ives italiano”, come lo definì Morton Feldman il capostipite, grazie al suo particolarissimo e radicale approccio alla musica, che ha precorso di parecchi anni l’avvento del minimalismo e, più in generale, del radicalismo post-strutturalista.
La figura di Scelsi brilla di luce propria nel panorama della musica contemporanea italiana e internazionale. Un isolamento non solo artistico, ma anche esistenziale, che lo ha portato presto a dileguarsi da qualsiasi, seppur minima, visibilità, rifugiandosi nella torre d’avorio delle sue consapevolezze, alla quale hanno avuto modo di accedere solo alcuni suoi studenti, gli unici ad essere veramente in grado di parlare di lui e suonare la “sua” musica così come il Maestro l’aveva concepita, tra cui Tristan Murail che ha chiuso la parte formativa del Festival con una seguitissima masterclass dal titolo “Les couleurs du temps”.