Di cyberbullismo, un fenomeno che negli ultimi anni ha assunto dimensioni e caratteristiche di particolare gravità e che è particolarmente sentito dai ragazzi, si è parlato nell’Aula Magna dell’IIS Genovesi Da Vinci di Salerno grazie all’ AMMI, l’ Associazione Mogli Medici Italiani Sezione Provinciale di Salerno, presieduta da Nietta Carucci Penta che, con la sinergica collaborazione del Dirigente Scolastico dell’Istituto, l’ingegner Nicola Annunziata, sempre sensibile ed attento alle problematiche di benessere sociale e psicologico rivolte agli studenti, ha fortemente voluto che si parlasse di un fenomeno molto diffuso sui social e che è stato spiegato agli studenti, coordinati dalla professoressa Ida Andreozzi, dai relatori e dalla presidente dell ’AMMI, Nietta Carucci Penta :” Il cyberbullismo consiste nell’invio di messaggi offensivi, insulti o foto umilianti tramite sms, e-mail, diffuse in chat o sui social network, allo scopo di molestare una persona per un periodo più̀ o meno lungo”. La Presidente ha anche ricordato la mission del sodalizio da lei presieduto: ” L’AMMI è un’associazione costituita dalle mogli dei medici, riunite dal comune desiderio di diffondere la cultura e di finanziare la ricerca in campo medico”.
I relatori presenti hanno analizzato il fenomeno Cyberbullismo da diversi punti di vista: quello psicologico, è stato affidato alla dottoressa Anna Maria Merola, Psicologa – Psicoterapeuta Presidente dell’Associazione “Il Sentiero”, che ha parlato dello stato di ansia e insicurezza che ingenera nelle giovani vittime il fenomeno del cyberbullismo. L’analisi tecnica è stata affidata al dottor Roberto De Michele, esperto di sicurezza informatica, che si è soffermato a spiegare il fenomeno delle falsi identità sui social:” Su internet tutto è tracciabile. E’ possibile, attraverso l’indirizzo IP e quello del cellulare, andare a ritroso nel tempo per capire chi ha fatto qualcosa di perseguibile legalmente Non bisogna fare del male agli altri attraverso la diffusione d’immagini e video. E’ importante inoltre difendere la sicurezza dei propri dispositivi nel rispetto delle normative, attraverso l’utilizzo dei filtri contenuti su Facebook; cambiando costantemente le password per evitare intromissioni anche sulla propria rete Wi-Fi”. L’avvocato Maddalena Corbisiero, Presidente dell’Associazione “Legalità 2.0”, che si occupa delle vittime dei reati online, ha spiegato che Internet è sicuramente un mondo che dà tante opportunità:” Va usato però con le dovute cautele perchè può essere anche pericoloso”. Alcuni fenomeni di cyberbullismo interessano anche gli adolescenti che frequentano le scuole medie: ” I social andrebbero usati dai 15 anni in poi”. La dottoressa Corbisiero ha anche spiegato i reati che si possono commettere su internet: “ La creazione di profili fake che diventano sostituzione di persona; le offese sui social che arrecano danno alla dignità della persona diventano reato di diffamazione a mezzo stampa che era nato per la carta stampata e che è stato adattato ai social”. La dottoressa ha anche dato dei consigli su come denunciare le offese ricevute:” Presentando una querela ai Carabinieri, alla Polizia, alla Procura della Repubblica o alla Polizia Postale” e come riconoscere i profili fake:” E’ importante vedere lo storico del profilo, ciò che è stato pubblicato, le foto , gli amici in comune, i contati”. La dottoressa Antonella Troisi, magistrato del Tribunale per i minori di Salerno, ha relazionato con semplicità e ha offerto alla platea esempi concreti su come facilmente si può incorrere in un reato senza esserne a volte consapevoli. Le conclusioni sono state affidate al dottor Bruno Ravera, da sempre sensibile agli argomenti che interessano la scuola e la sanità.
Aniello Palumbo