Restituire la dignità al settore dei pubblici esercizi, attraverso un piano ben definito che conduca a una riapertura in sicurezza dei locali, che sia anche graduale, purché stabile e in grado di garantire l’effettiva possibilità di lavoro a 300mila imprese che, negli ultimi 12 mesi, hanno registrato circa 38 miliardi di euro di perdita di fatturato.
È questa la principale richiesta contenuta nel documento unitario presentato da Fipe Confcommercio al Ministro per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, nel corso di un incontro per via telematica. Un faccia a faccia fortemente voluto dalle asspociazioni di categoria che ha visto la presenza anche del viceministro Alessia Morani.
“Nonostante gli investimenti già fatti dagli imprenditori del settore – spiega Fipe – siamo disponibili a implementare i protocolli sanitari, coinvolgendo anche il Comitato Tecnico Scientifico, con l’obiettivo di riprendere l’attività serale di ristorazione nelle Regioni gialle e dare la possibilità ai locali di restare aperti almeno sino alle 18 nelle zone arancioni”.
Diventa essenziale, dunque, rafforzare le misure economiche a sostegno del settore, a cominciare dal decreto ristori Quinques, rivedendo i meccanismi di calcolo dei contributi a fondo perduto su base annua, prolungare gli ammortizzatori sociali fino al termine del periodo di crisi, intervenire sulle locazioni commerciali, prorogando di altri 4 mesi il credito d’imposta e incentivando i locatori a ridurre i canoni ed estendere a 15 anni il periodo di ammortamento anche dei prestiti fino a 800mila euro garantiti dal Fondo Centrale di garanzia. “Ristori, sostegno ai dipendenti, fisco e liquidità, questi i temi centrali da cui ripartire, con una revisione profonda dei costi di gestione da riparametrare sui nuovi livelli di ricavi e non sullo storico, evitando la fuoriuscita di denaro dalle casse dei ristoratori, ad esempio, rimandando il credito d’imposta agli stessi proprietari dei locali. Tornare tutti al lavoro, avanzando la proposta di consentire anche il servizio serale nelle aree gialle e almeno di giorno in quelle arancioni, rafforzando i protocolli sanitari già adottati e rispetto ai quali i controlli eseguiti dalle autorità competenti hanno preso coscienza, a dimostrazione dell’estrema concretezza con cui si vuole sbloccare la questione delle riaperture attraverso un confronto serrato con le istituzioni, non cedendo alle proteste che, se pur spontanee, restano inconcludenti” – si aggiunge la voce di Mario Ventura, responsabile Fipe Confcommercio Salerno.
“Non c’è nulla che attesti l’esistenza di focolai significativi nel mondo dei pubblici esercizi, vittime solo di essere state classificate come attività non essenziali. In un settore già in ginocchio, è assolutamente dannoso il divieto di asporto per i bar dopo le 18, che non risolve il problema di assembramenti e feste, spostando l’acquisto di bevande e prodotti ai supermercati e simili”. Iniziare a immaginare un piano vaccini per tutti gli addetti ai lavori, con l’ambizione di rendere i locali covid-free.
“Ma, soprattutto, abbiamo bisogno di un piano che garantisca continuità e programmazione, per salvaguardare il nostro futuro” – conclude Ventura. Apertura da parte del Ministro Patuanelli che ha ritenuto condivisibili le considerazioni e le richieste fatte in un tavolo di confronto con il Ministro della Sanità e con il CTS per discutere sulle modalità di ripartenza del settore intervenendo sui Protocolli Sanitari, con l’ipotesi di un commissario straordinario che gestisca lo stato di crisi del comparto e, infine, confermando lo stanziamento di ulteriori ristori perequativi e progressivi, rapportati alle perdite di fatturato dell’intero anno 2020. A proposito dell’esercizio 2021 si procederà, inizialmente, riprendendo le vecchie modalità utilizzate per gli indennizzi a fondo perduto.