Ultimo Candle Concert, nella chiesa di Santa Maria de’ Lama, martedì 28 dicembre, alle ore 20,30, per la chiusura del progetto ideato dalla Associazione Gestione Musica, che ha visto l’ associazione concorrere e ottenere il finanziamento dal Fondo unico per lo Spettacolo nella sezione Nuove Istanze 2021, con il progetto “Celebrazione, Tradizione, Innovazione”, 16 concerti che hanno coinvolto oltre il comune di Salerno, che ha sostenuto la kermesse, anche le città di Benevento, Amalfi e Brienza.
Il secondo candlelight, si svolgerà nel cuore della Salerno longobarda, un luogo privilegiato per fare ed ascoltare musica classica e non solo, nella suggestiva atmosfera a lume di candela, con gli occhi colmi della bellezza dell’attuale cripta, in cui sono ancora visibili i resti di alcuni affreschi di fattura beneventana, immersi in una acustica morbida, limpida e chiara.
La direzione artistica dell’Associazione Gestione Musica ha affidato l’ultimo appuntamento al Sator duo del violinista Paolo Castellani e del chitarrista Francesco Di Giandomenico i quali hanno scelto di un omaggiare Astor Piazzolla nel centenario della sua nascita. Con Astor Piazzolla, che sta al tango come Miles Davis sta al jazz, nasce il tango moderno. Il suo genio è il primo a sperimentare vie musicali nuove, il tango con il jazz, con altri impasti sonori, altri strumenti e armonie. Piazzolla, grande incompreso, esule volontario per anni in Italia, dove canta con Milva e suona con Tullio De Piscopo, Piazzolla che è genio di oggi, perché negli anni ’60 e ’70 la sua musica non poteva piacere ai puristi, ma neanche ai giovani che amavano la novità del rock, oggi, nel centenario della sua nascita, ci obbliga ad una riflessione su di un’eredità vastissima e non semplice da tramandare. Ci addentreremo nel mondo sonoro di Piazzolla sulle note di Oblivion che Piazzolla scrisse nel 1984, per la colonna sonora del film Enrico IV, di Marco Bellocchio. Nel 1986 Astor Piazzolla compone l’Histoire du Tango per flauto e chitarra, scegliendo proprio gli strumenti associati alla prima fioritura della forma, a Buenos Aires, nel 1882. Viene tracciata, in forma musicale, una storia avvallata, che solca mano a mano la prima malia delle esecuzioni nei bordelli fino ad arrivare alle grandi e concitate sale da concerto americane ed europee. Un racconto che si compone di quattro momenti, Bordel 1900, café 1930, Night club 1960 e Concert d’aujourd’hui (Concerto dei giorni d’oggi), ed ognuno è accompagnato da delle note al testo, che l’autore scrive di suo pugno, profondamente suggestive. Il Sator Duo proporrà il primo e il terzo quadro che lasciamo alla analisi dello stesso Piazzolla. “Bordel 1900: Il tango è nato a Buenos Aires nel 1882. È stato suonato per la prima volta su chitarra e flauto. Accordi poi vennero ad includere il pianoforte, e più tardi, la concertina. Questa musica è piena di grazia e vivacità. Dipinge un quadro delle chiacchiere bonarie delle donne francesi, italiane e spagnole che popolavano quei bordelli mentre prendevano in giro i poliziotti, i ladri, i marinai e la marmaglia che venivano a vederli. Questo è un tango vivace. “Night-club 1960”, il terzo, testimonia l’apertura a nuove correnti musicali, segnale di modernità e cultura. “E il tango si evolve – scrive Piazzolla – di nuovo mentre il Brasile e l’Argentina si uniscono a Buenos Aires. La bossa nova e il nuovo tango si stanno muovendo allo stesso ritmo. Il pubblico si precipita nei night club per ascoltare seriamente il nuovo tango. Questo segna una rivoluzione e una profonda alterazione in alcune delle forme originali del tango”. l’Homenaje a Piazzolla continuerà con Adiós Nonino, dedicata al padre Vicente “… ha un tono intimo – scrisse lo stesso autore – sembra quasi funebre e, senza dubbio, questo tango, nel genere ruppe tutto. Era un periodo in cui quasi tutti i temi avevano un ritmo molto incalzante, invece, Adiós Nonino terminava al contrario, come la vita, se ne andava uscendo, si spegneva”. Chiusura con la pagina che ha dato il titolo alla serata, la “Muerte del Angel”, una dei brani che vanno a comporre la cosiddetta “Suite dell’angelo”, formata da quattro movimenti, creata da Piazzolla per le musiche di scena di “Tango del Ángel”, opera teatrale dello scrittore Alberto Rodríguez Muñoz. Il programma ci porterà anche nei “dintorni” di Piazzolla, a cominciare dal brano con cui principierà la serata La celeberrima Cumparsita, un tango uruguagio firmato da Matos Rodriguez. Astor Piazzolla, che ne incise diverse versioni, la giudicava “spaventosamente povera”, riferendosi all’uniformità armonica del brano, che non si sposta mai dalla tonalità di partenza (sol minore), fondandosi tutto sui tre accordi base della medesima, contrariamente alla tradizione del tango che prevede almeno una modulazione in tonalità parallela, relativa o vicina, ma che permette l’esecuzione di figure ritmiche come l’arrastre, di speciale importanza nel ballo. Si procederà con El choclo scritto da Ángel Gregorio Villoldo Arroyo nel 1903, detto della “Guardia Vieja”. Due, infine i brani originali firmati dallo stesso Paolo Castellani, “Songoj de la maro” dalla larga e distesa melodia e SatorTango, una sfida perenne tra i due strumenti, omaggio a quel popolo che si mise finalmente in moto, in “viaggio”, con la sua musica, il suo simbolo, il “mito” del tango.