Si è tenuta questa mattina, nella Sala del Gonfalone del Comune di Salerno, la conferenza stampa di presentazione della seconda sessione dei “Colloqui di Salerno 2015” – Giornate demartiniane, a cura dell’editore Francesco G. Forte e dell’antropologo Vincenzo Esposito dell’Università degli studi di Salerno, cattedra di Antropologia culturale, corso di studi in Filosofia. Nel corso dell’incontro è stato illustrato il programma delle tre giornate dedicate al grande antropologo italiano Ernesto de Martino, nel cinquantesimo anniversario della morte.
Accanto alla sua figura, i Colloqui di Salerno 2015 intendono ricordare altri due intellettuali e meridionalisti del secolo scorso, studiosi legati all’opera e alla vita dell’etnologo napoletano: Carlo Levi – scomparso proprio quarant’anni fa, nel 1975, autore del celeberrimo volume “Cristo si è fermato a Eboli”, la cui prima edizione compie oggi settant’anni – e Rocco Scotellaro – lo scrittore, poeta, politico scomparso prematuramente a soli trent’anni, amico di Levi e di De Martino, il cui romanzo autobiografico, “L’uva puttanella”, fu pubblicato postumo, sessant’anni fa, nel 1955. Il legame tra Ernesto De Martino e il tessuto culturale salernitano, nacque negli anni Settanta quando un humus antropologico-culturale molto forte si sviluppò in città, grazie soprattutto alla presenza di Annabella Rossi (la studiosa allieva del noto antropologo), allora titolare della Cattedra di Antropologia culturale dell’Università di Salerno. La prospettiva antropologica “demartiniana” diffusa dalla Rossi affascinò giovani, intellettuali, operatori della cultura, artisti, associazioni e gruppi radicati sul territorio.
Per questo il programma delle giornate demartiniane punta non solo sulla parte prettamente scientifica e accademica che si terrà in Ateneo (tra cui l’incontro con Amalia Signorelli martedì 15 alle h. 10 e alle 12,30 il reading di Caterina Pontrandolfo e Pasquale De Cristofaro), ma soprattutto su una serie di attività – incontri, proiezioni, concerti e spettacoli tutti ad ingresso gratuito – che ri-porteranno a Salerno e dintorni quella visione antropologica della vita.
In particolare lunedì 14 dicembre, al Convitto nazionale (Via Tasso, Salerno) alle 19, Musiche tradizionali in Basilicata nelle registrazioni effettuate (1952) da De Martino e da Diego Carpitella. Ascolto guidato, a cura dell’antropologo Ugo Vuoso, direttore del Centro Etnografico campano. Alle 20 concerto-spettacolo Lucania in canto – Canti sacri, d’amore, di lavoro, di festa delle antiche comunità contadine lucane – con Caterina Pontrandolfo (voce), Paolo del Vecchio (chitarre, bouzouki), Francesco Paolo Manna (percussioni, suoni). Sempre al Convitto martedì 15 dalle h.19 proiezioni da Luigi di Gianni, Magia lucana (1958), Il male di San Donato (Festival dei Popoli, 1965); Gianfranco Mingozzi, La vedova bianca (1961), Edoardo Winspeare, Pizzicata (1995). Introduce Francesco Marano, docente di Antropologia visuale presso l’Università della Basilicata. Alle h. 20,30 Figure dal Cristo leviano – mise en espace a cura di Francesco G. Forte, con Margherita Rago e Giuseppe Basta. La tre giorni termina con un incontro all’Università di Salerno alle 10 moderato dall’antropologo Vincenzo Esposito (partecipa tra gli altri Giordana Charuty); al Convitto gli appuntamenti sono alle 18,30 La Lucania di Levi nel documentario italiano: Massimo Mida, Mario Carbone, Mario Bologna – Teche Rai; h. 19,15 versione restaurata del film di F. Rosi, Cristo s’è fermato ad Eboli con Gian Maria Volonté, Irene Papas, Alain Cuny, Lea Massari, Paolo Bonacelli. (1979), introduce Pasquale Iaccio docente di Storia del cinema (Università di Salerno). Si chiude alle 21,30 con il concerto dimostrativo a cura dell’antropologo Carlo Preziosi Taranta, pizzica, suoni del Sud.