Nella gremita sala della Libreria Liberis a Salerno si è svolta ieri la presentazione del libro di Gennaro De Crescenzo dal titolo “Il Sud – dalla Borbonia Felix al carcere di Fenestrelle”.
A fare gli onori di casa Guido D’Amore, responsabile cittadino dell’associazione culturale “Comitati delle
Due Sicilie”, che ha introdotto le tematiche del libro e dato spazio alla breve intervista all’autore da parte di Felice Turturiello della Liberis.
Fiore Marro, presidente nazionale dei CDS, ha poi dato testimonianza diretta dell’impegno con cui l’associazione ha tolto dall’oblio quel luogo di desolazione e morte che a tutti gli effetti è il carcere di Fenestrelle in provincia di Torino, dove nel periodo post-unitario trovarono la morte migliaia di soldati del Regno delle Due Sicilie la cui unica colpa era di rimanere fedeli alla Patria Natia.
Toccante il resoconto della deposizione della lapide in loco che poi recentemente è stato divelta da novelli
barbari.
Gennaro De Crescenzo ha poi snocciolato in breve i dati, e le modalità con cui questi sono stati ritrovati, che rendono libri quali la “Borbonia Felix” di Renata De Lorenzo e “I prigionieri dei Savoia” di Alessandro Barbero carta straccia.
Il libro di De Crescenzo infatti parte proprio dalle tesi sviluppate nei suddetti libri per poi confutarle con
ricerche di archivio. Il termine “Borbonia Felix” viene qualificato per quello che è : un banale tentativo di ridicolizzazione di uno stato che nella sua epoca non aveva nulla da invidiare a livello industriale e di
tenore di vita a quelli della penisola italica e dell’Europa.
Molto crudi poi i dati che provano come a Fenestrelle fossero spediti migliaia di soldati ( quasi 60.000 ) che poi “misteriosamente” non facevano più ritorno nelle proprie case.