In Italia il tasso di dispersione scolastica è del 14,5% della popolazione scolastica. Un alunno su 14 abbandona la scuola e resta ai margini della società. Per comprendere quali sono le cause, sicuramente molteplici, che portano ad avere un dato così significativo è stato organizzato dal “Club Inner Wheel Salerno Carf”, presieduto dalla professoressa Pierina De Giorgi Lerose, un importante incontro nella” Sala del Gonfalone” del Comune di Salerno. Dopo i saluti della Segretaria del Club, la dottoressa Marcella Anzolin, alle autorità innerine presenti, e della presidente Pierina De Giorgi Lerose, la dottoressa Marisa Della Monica Fiorillo, Consigliera Responsabile della Commissione Cultura del Club, ha spiegato che l’Inner Wheel da tempo si occupa di problematiche scolastiche: “I ragazzi non trovano dei punti di riferimento e la società non li aiuta: noi dei Club Inner Wheel Salerno cerchiamo, attraverso la diffusione di iniziative culturali, di aiutare i giovani a diventare degli individui liberi”. La Presidente Nazionale dell’Inner Wheel Italia, che è la più grande organizzazione femminile di service al mondo, la professoressa Maria Andria Pietrofeso, per tutti Cucca, prima donna salernitana a ricoprire questo importante incarico, ha diffuso a tutti i Club Inner Wheel dei sei Distretti italiani il progetto nazionale “Promuovere cultura per arginare il disagio giovanile e la dispersione scolastica” che tratta un tema conosciuto in modo approfondito dalla Presidente Nazionale Cucca Andria che è stata per circa quarantadue anni nel mondo della scuola, sia come docente nei licei salernitani, sia come Segretaria della “CISL Scuola”. “Ci stiamo impegnando per individuare e proporre percorsi innovativi, culturali ed educativi, e di collaborare con le istituzioni scolastiche al fine di attuare il “Patto Educativo”, promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito” ha spiegato la Presidente Nazionale che si è soffermata a parlare dell’attualità del pensiero di Don Milani:” Sosteneva che la scuola deve fornire soprattutto conoscenze generali, dare la possibilità di migliorarsi, di avere una consapevolezza di sé ed acquisire un senso critico”. Parlando della Campania la Presidente Pietrofeso ha ricordato che anche nella nostra Regione la percentuale di dispersione scolastica è molto alta e spiegato che il fine ultimo dell’insegnamento deve essere quello di educare alla legalità; che nella didattica bisogna valorizzare il momento aggregativo e porre maggiore attenzione agli studenti portatori di disabilità :” Laddove non può arrivare la mano dell’istituzione pubblica, deve intervenire la mano del cittadino che deve contribuire alla soluzione dei problemi: noi socie dell’Inner Wheel interagiamo con tutte le agenzie educative del territorio”. La dottoressa Rosalba Tufano, Governatrice del “Distretto Inner Wheel 210”, ha ricordato il motto internazionale dell’Inner Wheel “Shine A Light”, scelto dalla Presidente Internazionale Trish Douglas, e ribadito che la dispersione scolastica è una piaga della nostra società:” Dobbiamo porre rimedio cercando di capirne le cause. Importante la presenza degli psicologi nelle scuole che devono incontrare gli studenti, ma anche le loro famiglie”. Il Maestro di Strada Cesare Moreno, Pedagogista, Formatore, scrittore, Presidente dell’associazione “Maestri di Strada”, che da ben venticinque anni promuove e realizza progetti educativi per la prevenzione della dispersione scolastica, ha parlato dell’importanza dell’educazione dentro e fuori la scuola:” Insieme ad altri maestri di scuole elementari e medie abbiamo ripensato a una scuola della “seconda occasione”. Oggi siamo circa 50 maestri di strada: operiamo in una zona periferica di Napoli con 17 scuole dove interveniamo con psicologi che curano la relazione tra insegnati, allievi e famiglie. Il nostro sogno è una scuola che stia attenta al benessere di docenti e studenti, sia fisico che psichico. Un insegnante che non sta bene, che ha la sindrome da Burn – Out, ossia sintomi che derivano da una condizione di stress cronico e persistente, associato al contesto lavorativo, non può insegnare bene. Il sistema scuola non funziona: la dispersione scolastica è un sintomo di questo non funzionamento”. La psicologa Antonietta Grandinetti, Direttore del Servizio Dipendenze dell’Asl di Salerno, Coordinatrice del Servizio di Psicologia di Base presso l’Asl di Salerno e Presidente della Commissione Sanità dell’Ordine degli Psicologi della Regione Campania, ha parlato del rapporto esistente tra le dipendenze patologiche e il fenomeno della dispersione scolastica e anche del “Decreto Caivano”, varato dal Governo dopo la triste e nota vicenda dello stupro delle due cugine di 10 e 12 anni da parte di un gruppo di minorenni:” Un provvedimento stabilito dal Governo per porre un freno al degrado e alla criminalità giovanile nel comune di Caivano. La scuola, la cultura, devono essere e sono un fattore protettivo”. La dottoressa Grandinetti ha spiegato che gli individui resilienti trovano in loro stessi, nelle relazioni umane, e nei contesti di vita, quegli elementi di forza per superare le avversità, definiti fattori di protezione contrapposti ai fattori di rischio, che invece diminuiscono la capacità di superarle:” I fattori di rischio sono quelli individuali: l’impulsività, l’iperattività, l’aggressività, il basso livello di intelligenza verbale, l’abuso di sostanze, la percezione fallimentare di sé, la difficoltà di progettualità e pianificazione, il basso livello di autocontrollo; quelli scolastici: le performance mediocri o fallimentari, il disinteressamento scolastico, le basse aspirazioni; i fattori socioculturali: la disgregazione sociale della comunità di appartenenza, l’esposizione al giudizio e alla violenza, la residenza in quartieri svantaggiati, poveri e disorganizzati. Possiamo intervenire su questi fattori di rischio con un progetto educativo che deve coinvolgere la scuola, le famiglie, il contesto di appartenenza”. La Dirigente Scolastica del Liceo Alfano I di Salerno e Consigliere Comunale, Elisabetta Barone, ha ricordato le difficoltà incontrate dai ragazzi dopo il lockdown:” Avevano paura di tornare a scuola: dopo essere stati bombardati da messaggi allarmanti non si sentivano più protetti a scuola così come lo erano stati stando a casa, dietro lo schermo del loro computer per fare didattica a distanza”. La professoressa Barone ha spiegato che è importante promuovere azioni che diano ai ragazzi le parole capaci di esprimere le loro emozioni:” Noi adulti abbiamo rinunciato ad insegnare a mettere in parola le emozioni” e che i giovani vivono l’ansia da prestazione:” Vogliono essere vincenti a tutti i costi. L’insuccesso non è tollerato”. La professoressa Maria Montuori, Dirigente Scolastica dell’Istituto Scolastico del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Salerno, (CPIA), un presidio importante del nostro territorio che, in sette sedi, accoglie oltre 2000 alunni, anche stranieri, dai sedici anni in poi che per vari motivi sono stati costretti a lasciare la scuola e ai quali viene offerta una nuova opportunità per rimettersi in gioco:” E’ importante mettere in campo delle strategie, degli strumenti per combattere il disagio scolastico, la dispersione scolastica. È fondamentale fare rete per far ritrovare la scuola a chi l’aveva abbandonata per varie storie personali”. Emozionante la testimonianza del giovane Aniello che ha raccontato le motivazioni familiari che lo avevano costretto ad abbandonare la scuola e di come sia stato determinato a riprendere gli sudi:” Ho potuto colmare questa mia mancanza grazie al CPIA dove mi diplomerò quest’anno. Proseguirò il mio percorso di studi iscrivendomi all’Università di Lingue”. Il professor Massimo Corsale, Sociologo, già docente di Sociologia all’Università di Salerno, all’Università “La Sapienza” di Roma e all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, già funzionario del Ministero della Pubblica Istruzione e anche del Ministero della Giustizia, ha spiegato che:” Il problema fondamentale è che tutte le attività educative presuppongono un’idea di futuro di società che dobbiamo condurre. L’unica riforma in Italia che ha funzionato è stata la Riforma Gentile perché aveva un disegno: noi non abbiamo un disegno di società! Abbiamo costruito una società critica e altamente competitiva e non inclusiva: la dispersione scolastica è la dimostrazione che a una fetta della società non interessa farsi includere. Sarebbe necessario educare le nuove generazioni a reggere la competizione, ma bisognerebbe anche preoccuparsi di quelli che hanno delle difficoltà, per non lasciarli indietro: dobbiamo decidere di investire sulle strutture educative avendo però un disegno”. Le conclusioni sono state affidate alla Presidente Pierina De Giorgi Lerose che ha sottolineato l’importanza di tenere in considerazione soprattutto le esigenze dei ragazzi:” Noi insegnanti ci troviamo davanti a dei ragazzi di varie estrazioni sociali che hanno difficoltà ed esigenze diverse: dobbiamo guardarli negli occhi e risolvere prima di tutto il loro malessere che provano a scuola, soprattutto dal punto di vista delle emozioni: dobbiamo aiutarli ad avere relazioni tra i pari; prediligere una didattica più esperienziale, dando importanza anche agli spazi sociali, come diceva la Montessori. Bisogna considerare gli alunni come essere umani e non come contenitori di nozioni”
Aniello Palumbo.