In questo periodo di emergenza tutti siamo stati costretti a modificare le nostre abitudini di vita e a stare nelle nostre case. Ma come possiamo vivere al meglio tra le mura domestiche affinché il co-abitare non diventi fonte di stress? Lo abbiamo chiesto all’architetto cavese Valentina Cirillo che ci ha dato dei preziosi consigli. “La co-abitazione, ovvero l’abitare insieme, ci ha portati a riscoprire valori che avevamo dimenticato. Ha accentuato l’armonia nei nuclei familiari, dove già c’era, ma ha anche aumentato i disagi, dove esistevano problemi. Purtroppo non tutti hanno la fortuna di vivere in un ambiente che garantisce i giusti metri quadri per ogni abitante che, secondo il Decreto Ministeriale, dovrebbero corrispondere a 14 mq. Vitruvio nel suo trattato “De architectura” parlava di tre principi fondamentali a cui deve attenersi una buona architettura: Firmitas, Utilitas e Venustas, ovvero Solidità, Funzione e Bellezza che sono state per secoli obiettivi da raggiungere nella progettazione. Alla triade vitruviana affiancherei le parole Soleggiamento, Areazione e Colore. Chi vivrebbe in una casa illuminata solo da luce artificiale? Permettere al sole di entrare attraverso le finestre e i balconi è una ricarica assicurata di energia positiva. Anche il riciclo dell’aria è molto importante per garantire un’areazione degli ambienti in cui si vive, per evitare un pericoloso accumulo d’inquinanti e il ristagno dell’umidità che causa, poi, il formarsi di muffe sulle pareti, molto dannose per il nostro organismo. Un appartamento cupo, con colori scuri, va a influire in modo negativo sul benessere di chi vive all’interno. Le Corbusier nella sua “Polychromie Architecturale”, nel 1931, individua il ruolo fondamentale del colore nell’architettura che può trasmettere determinate sensazioni e influire sui nostri stati d’animo. Per cui, se è possibile, è importante pitturare qualche parete con colori caldi o, perlomeno, avere vicino qualche oggetto colorato che ci influenzi positivamente. Oggi i principi dell’architettura bioclimatica ci impongono di osservare alcune regole per garantire che le nostre case siano meno inquinanti e che consumino meno energia non rinnovabile. Ci sono poi alcune discipline che hanno come obiettivo l’equilibrio con l’ambiente, tra cui quella orientale del Feng Shui, che individua e regola il collegamento tra la disposizione dei mobili in casa e la nostra energia interiore. Suggerirei di eliminare sicuramente ciò che non è più utile, disporre i mobili in modo che non ostacolino l’ingresso della luce solare, che non creino molte ombre e non limitino i nostri movimenti. Bisogna poi crearsi, in casa, un piccolo angolo personale che deve essere solo nostro, magari arricchito da una poltrona, una lampada e un buon libro. Ricercare piccoli luoghi del silenzio è necessario, come anche avere delle piante sui balconi o in soggiorno. Ricordiamoci poi che anche la scelta del materiale è fondamentale, sia alla vista, sia al tatto. Il legno, ad esempio, lasciato al naturale, ci avvicina psicologicamente al contatto con la natura”.
Aniello Palumbo