Colloqui di lavoro, attenzione. Il racconto di un'esperienza vissuta a Benevento.

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come_affrontare_un_colloquio_di_lavoroNon passa giorno che qualche società di analisi dati non pubblichi dati sulla disoccupazione in Italia. Che sia giovanile o over 50 la situazione è sempre più allarmante. Secondo l’Inps ad esempio nei primi nove mesi del 2013   sono state presentate 1.431.627, cioè il 27,7% in più rispetto alle 1.121.277 di domande di disoccupazione. L’Istat invece evidenzia come la disoccupazione sia salita al 12,4 nel 2013.

È evidente, quindi che vi sia in giro una fame di lavoro tanto elevata che per chi vuole “sopravvivere” qualunque opportunità è quella giusta per cercare di trovare “un lavoro” ed avere un po’ di serenità

Questo porta alla nascita di “ stimate”e/o “conosciute”società  di reclutamento personale, per altro molto fittizie, che propongono lavori di responsabilità con stipendi da oltre 1000 euro. Tutto fumo, tutto troppo semplice! Numerose le segnalazioni in questi anni, ma continuano a spuntare come funghi.

Anche a Benevento, da alcuni anni si sono verificati casi in cui, si è stati contattati per poter sostenere un colloquio di lavoro. Per questo abbiamo deciso di indagare, e abbiamo mandato un nostro redattore per verificare se tutto quello che si sentiva in giro fosse vero!

Abbiamo potuto constatare che in fondo, quello che circolava per passa parole ha un fondo di verità.

Vi raccontiamo cosa è successo alla nostra inviata.

Dopo aver ricevuto un sms sul proprio cellulare, con il testo in cui si affermava che una società di Benevento cercava dipendenti con un numero di telefonare  ( con prefisso 0824) da contattare per fissare un appuntamento, abbiamo chiamato.

La receptionist, ha chiesto di portare un cv in formato europeo per verificare l’esperienza il giorno in cui ci si doveva recare al colloquio, e ci ha detto che si cercavano soggetti  per attività di logistica e magazzino.

Armati di cv, vestita in modo professionale, tailleur nera camicia bianca stivale con tacco basso, senza gioielli appariscenti, poco trucco, borsa 24 ore, la nostra redattrice si è recata al colloquio.

Arrivata a destinazione, è stata ricevuta in un ufficio, ricavato da un ex abitazione, tutto bel lucido e nuovo. Dopo essere stata fatta accompagnare in una sala di aspetto, dove ha trovato un’altra decina di candidati, ed aver consegnato il cv, ha atteso il proprio turno.

Fra una chiacchiera e l’altra  ha cercato di capirne di più, ma nessuno sapeva niente. A tutti i candidati( dai 18-55 anni ambosesso, diplomati, laureati, etc) era stato detto che ci sarebbero stati diversi  profili, con mansioni differenziate in base all’esperienza e al titolo di studio.

La cosa divertente era l’approccio dello staff, calato nel ruolo di esaminatori, molto professionali,  si affaccendavano in modo da non far incontrare i diversi candidati dopo il colloquio.

Arrivato il turno della nostra redattrice, dopo essere stata fatta entrare nell’ufficio per un colloquio conoscitivo, e cercato di leggere il cv (per nulla idoneo ad un lavoro in azienda) le è stato detto che avrebbe  dovuto sostenere un nuovo colloquio  e un briefing per comprendere la posizione da ricoprire.

Da premettere, che più volte la redattrice aveva chiesto più volte se si trattasse di un lavoro porta a porta o a provvigione.

Infatti il responsabile dei colloqui della società incaricata , dopo aver spiegato  di essere stati incaricati da aziende operanti nel campo della fornitura di energia elettrica, ha  confermato alla nostra inviata  che il lavoro sarebbe stato di consulenza per i clienti già acquisiti, attività dunque di contabilità e logistica (gestione fatture), e che le uscite sarebbero state limitate e   svolte in un nuovo ufficio di prossima apertura in una nota zona della città di Benevento. Ha anche affermato che lo stipendio era di 1100 euro mensili.

Finito il colloquio e preso appuntamento per la seconda parte, è stata accompagnata alla porta per evitare che incontrasse altri candidati.

Avendo già subodorato odore di presa in giro, il giorno del secondo colloquio la nostra redattrice si è presentata con scarpe basse e molto sportiva…Sapendo di dover scarpinare.

Arrivata alla sede  è stata fatta accomodare nella stessa sala di attesa; tutti sono stati accolti da due responsabili tutte in tiro, tacco 12  a spillo, leggings (più da discoteca che da colloquio) e musica alto volume. Le due responsabili   hanno consegnato delle cartelline con una penna dove i candidati hanno messo nome  e cognome e firmato per la seconda prova.

Se qualcuno provava a parlare veniva subito zittito, non era possibile parlare, non era corretto e  con diktat che chi parlava era fuori, tutti i candidati hanno aspettato di essere chiamati.

Finora poteremmo dire tutto nella norma! E da qui che viene il Bello!!!!!!!!!!!!!

Sempre chiamati uno alla volta, e fatti entrare in una stanza per conoscere come si sarebbe svolta la giornata, sorpresa delle sorprese, il famoso brainstorming (tecnica di creatività di gruppo per far emergere idee volte alla risoluzione di un problema) non ci sarebbe stato, che il  secondo colloquio non era altro che fare affiancamento ad persone che avrebbero spiegato come si sarebbe svolto il lavoro. Sempre più cosciente della “sola” la nostra amica ha seguito il suo “istruttore”. E’ stata fatta salire in macchina (che conteneva un altro uomo) e accompagnata al bar per prendere un caffè e dopo alcune sollecitazioni è riuscita a farsi spiegare quale fosse la mansione da svolgere.

E in cosa consisteva il lavoro!!!????? Fare il giro per i palazzi farsi rispondere dai titolari del contratto energetico, e con la scusa di un set di lampadine al Led ( confermata dalla promo in TV) farli passare all’operatore che aveva incaricato la società di recruiting, con la possibilità peraltro di poter aderire ad una promozione. Insomma il lavoro non consisteva nel customer care per clienti già acquisiti, ma nell’acquisizione di clienti nuovi.

Nulla contro un lavoro dignitoso ma quello che è messo sotto accusa è  il modus operandi di queste agenzie di reclutamento. Anche dopo diverse domande e richieste di conferma il responsabile che faceva la selezione ha sempre affermato che il lavoro non era quello di fare i contratti ma altro (come volevasi dimostrare).

 Chapeau per chi quotidianamente si sottopone allo stress di farsi sbattere le porta in faccia, di essere accusati di essere ladri, di essere minacciati di farli arrestare e che per migliaia di volte al giorno, dopo aver bussato dicono: “Qualcuno alla porta per cortesia”.