Il professor Francesco D’Episcopo ama definirsi un “Illustre sconosciuto”, gli piace essere una sorta di “Clandestino”, un personaggio famoso, ma non a tal punto da essere disturbato. E “Clandestino”, è il titolo del nuovo libro da lui scritto, proposto in due volumi: “L’arte dell’incontro” e “Frammenti di Vita”, entrambi editi dalla casa editrice “Homo Sapiens” che sono stati presentati presso la “storica “Sala Bilotti” dell’Archivio di Stato di Salerno, diretto dalla dottoressa Fernanda Maria Volpe che ha sottolineato la grande capacità di D’Episcopo di descrivere Napoli e le personalità che ha conosciuto e che hanno fatto parte del suo vissuto quotidiano:” Scrittori come Luigi Compagnone, Michele Prisco, Domenico Rea, ai quali nel libro D’Episcopo ha dedicato un tributo; ma tanti altri sono i personaggi geniali che ha conosciuto e intervistato: da loro riesce a trarre i sentimenti, le emozioni, la loro grandezza”. La dottoressa Volpe ha anche spiegato che nel libro è presente una silloge poetica intitolata “Parole d’Amore e di Protesta e basta”, con 27 poesie di carattere civile che rispecchiano la realtà di oggi, e delle interviste fatte soprattutto a Positano, durante la rassegna estiva “Mare Sole e Cultura”, a personaggi famosi del mondo dello spettacolo e della cultura contemporanea. “Interviste a donne e uomini “straordinariamente normali”, ha spiegato D’Episcopo durante il suo intervento. Tanti i personaggi da lui intervistati: lo scrittore Alberto Bevilacqua, il calciatore Fabio Cannavaro, Fernanda Pivano e Andrea Pinketts, Luciano De Crescenzo: ” Un fisico – filosofo coltissimo e intelligentissimo”, ha raccontato D’Episcopo che ha anche intervistato lo scrittore Valerio Massimo Manfredi; il famoso Regista Franco Zeffirelli che amava Positano: “ Ha lasciato una scia di rimpianto in tutti noi, confermando che i grandi uomini sono umili e semplici”; Giuseppe Tornatore, il regista di “Nuovo Cinema Paradiso”. Tra le interviste anche quella a Gerardo Marotta, presidente dell’Istituto Italiano degli Studi Filosofici, alla scrittrice Maria Orsini Natale autrice del romanzo “Francesca e Nunziata”, che poi è anche divenuto un film con la regia di Lina Wertmuller che pure è stata intervistata dal professor D’Episcopo. Il libro si conclude con le interviste a Willy Pasini, e a Stefano Zecchi. La professoressa Clotilde Baccari Cioffi, Presidente delle associazioni “Parco Storico Sichelgaita” e”Hortus Magnus” ha spiegato che il libro del professor D’Episcopo è una vera e propria autobiografia intellettuale: ” Il professore D’Episcopo conosce bene la parola e l’animo delle persone, crede nel dialogo e nella capacità di usare la parola per rapportarsi agli atri. D’Episcopo è una persona che parla poco, ma ciò che dice lo dice col cuore, al cuore, e con amore”. La dottoressa Vittoria Bonani , fondatrice dell’associazione “Adorea”, presieduta dall’avvocato Bernardo Altieri, ha spiegato il significato etimologico della parola clandestino:” Deriva dal latino clam: di nascosto, ma il professore D’Episcopo, intellettuale unico della nostra città, non entra mai di nascosto nella vita degli autori che fa conoscere agli altri entrando nella loro anima”. A portare i saluti dell’editore Aldo Putignano, della “Homo Scrivens”, è stato il dottor Paquito Catanzaro, Addetto Stampa della casa editrice napoletana. Il professor D’Episcopo, già docente di Letteratura Italiana, Critica Letteraria e Letterature Comparate all’Università Federico II di Napoli, Critico Letterario e Critico d’Arte nel libro scrive che la funzione terapeutica della letteratura, della poesia sono immense” Ci fanno star bene, rasserenano il cuore e l’anima”. Tra i presenti, anche il giornalista, scrittore e critico d’arte Vito Pinto curatore della mostra “Se mi tornassi questa sera accanto” dedicata al poeta salernitano Alfonso Gatto che sarà inaugurata questa sera alle ore 17 e che sarà possibile visitare fino al 15 gennaio 2022 presso la “Cappella San Ludovico” dell’Archivio di Stato di Salerno. Saranno in esposizione gli acquerelli dell’artista Ida Mainenti, le ceramiche del ceramista vietrese Franco Raimondi, le fotografie di Corradino Pellecchia e Francesco Siano. Dopo gli interventi del professor Francesco D’Episcopo, di Vito Pinto e della Direttrice dell’Archivio di Stato Fernanda Maria Volpe, saranno recitate alcune poesie di Alfonso Gatto dall’attore Gianni Pisciotta. L’accompagnamento musicale sarà affidato al “Trio acustico” composto da Valeria Granozio, Marica Lamberti e Fabrizio D’Amato.
Aniello Palumbo