Città metropolitane, intervento dell’On. Gitti alla Camera.

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gitti3Riportiamo qui di seguito l’intervento dell’On. Gregorio Gitti (Gruppo Popolari Per l’Italia) alla Seduta n. 143 di sabato 21 dicembre 2013, Disegno di legge: Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni:

ON. GREGORIO GITTI (Gruppo Per l’Italia). Signor Presidente, ricordavo l’iniziativa del Governo Letta dopo la sentenza della Corte costituzionale che aveva dichiarato l’illegittimità della razionalizzazione proposta con decreto-legge dal Governo Monti e che aveva preso una posizione tranchant per un’abrogazione netta di tutti i riferimenti costituzionali alle province.

Ora, con il naufragio della riforma costituzionale, troviamo che questa legge avrà certamente la funzione di costituire un fondale, una prima partenza; avrà dunque un rilievo più importante e, per questo, io chiedo al Ministro di potersi impegnare nella successiva fase del Senato e di poter fare qualche miglioria e qualche aggiornamento – lo ribadisco – in un provvedimento che all’inizio sembrava un ponte verso una riforma più compiuta.

Sappiamo che gli enti locali hanno un quadro normativo più complesso, un quadro normativo che implica anche l’ordinamento regionale, il grande assente di questa riforma e, probabilmente, un punto di focalizzazione necessaria, perché la riforma del Titolo V della Costituzione non può prescindere anche da un’incisiva riforma del livello regionale, sia dal punto di vista dell’organizzazione dei perimetri della loro geografia sia dal punto di vista dei loro poteri e delle loro funzioni, anche della funzione legislativa, che ormai in molti casi, come per esempio quello della politica urbanistica, ha lasciato gravi insoddisfazioni, gravi disfunzioni e gravi disomogeneità nella tutela del territorio italiano. Non ho ancora sentito richiamare queste attenzioni.

Abbiamo una politica urbanistica che è gravemente scompaginata dai livelli regionali, da legislatori improvvisati, e questo per fare solo un unico esempio. Non cito, per esempio, la materia energetica, che è affidata in modo ridicolo alle regioni. È un punto, signor Ministro, su cui voglio veramente sottolineare la necessaria attenzione del Governo. Non possiamo dimenticare il riordino delle regioni. Ma se questo è un punto fondamentale, noi dobbiamo immaginare un livello intermedio. Se è vero che abbiamo, con questa riforma, sottolineato e rafforzato quello comunale, abbiamo immaginato forme di riorganizzazione attraverso le unioni di comuni. Abbiamo immaginato le aree vaste. Abbiamo facilitato le fusioni anche per incorporazione e voglio sottolineare giustamente questo che è un dato importante acquisito da questa riforma. Abbiamo valorizzato il livello comunale. Abbiamo sottolineato il livello delle città metropolitane e voglio dare atto ancora al Ministro di avere favorito una norma di riapertura del numero chiuso, in modo più che fantasioso-politico di bassa cucina, di una trattativa che aveva identificato alcune città dimenticandone altre e in questo sottolineo soprattutto quelle insulari, quelle siciliane e quelle lombarde.

Da questo punto di vista è possibile riorganizzare questo livello ma in molti casi, come è per esempio il caso della città metropolitana napoletana, il punto di riorganizzazione e di ricucitura del tessuto con la provincia è un punto delicato e dovremo trovare delle soluzioni anche di compensazione. Probabilmente non è questo il livello, perché questo è il livello di ridisegno istituzionale, ma sarà necessario trovare delle forme di compensazione per consentire una riorganizzazione decorosa di alcuni servizi (penso, soprattutto, ai servizi di rete e ai servizi legati allo smaltimento dei rifiuti, soprattutto in quell’ambito territoriale dove sappiamo che realtà criminali hanno condizionato pesantemente politiche di investimento).

Ebbene, diamo un voto favorevole, lo dico a nome del gruppo Popolari per l’Italia, ma sappiamo che è un voto favorevole, ripeto, condizionato da alcuni miglioramenti e consapevoli che è una prima partenza. È una prima partenza coraggiosa – gliene voglio ancora dare atto, Ministro –, ma è un primo passo rispetto ad un disegno che ha bisogno anche di una nuova classe amministrativa, che abbia fantasia nel costruire soluzioni politiche e soprattutto sia generosa nel trovare punti di equilibrio. Lo dico con riferimento ad alcuni sindaci che saranno responsabili di alcune tra le più importanti città metropolitane del Paese, sindaci che devono impegnarsi nel sapere decidere, nel sapere decidere, lo dico con riferimento a Roma, a Milano e a Napoli, dove alcune pratiche amministrative hanno dimostrato alcuni limiti pesanti. Hanno in mano responsabilità, hanno in mano scelte politiche di ordine strategico. Dovranno soprattutto mettersi in ascolto dei loro territori e soprattutto agire, perché quei territori hanno bisogno di soluzioni e non di continui rinvii, come su molti fronti queste città hanno dovuto patire.

Il Governo ha un carico di responsabilità importante. Signor Ministro, le chiedo un suo impegno, le chiedo un impegno anche immediato nell’ambito del Senato, soprattutto per cercare soluzioni di incentivazione negli statuti delle città metropolitane, dove si può ritrovare la legittimazione democratica. Questo è un punto su cui ragionare con costrutto. È solo a livello statutario che si potrà recuperare la legittimazione democratica, ma credo che ci possano essere incentivi per finalizzare a livello di statuto un ritorno alla legittimità democratica di livelli che hanno bisogno di qualche cosa di più di un livello di secondo grado.