Giovedì 13 ottobre 2016, in occasione della XXXIII Assemblea Annuale dell’Associazione nazionale comuni italiani a Bari, ha avuto luogo il convegno “Economia Circolare e Agricoltura Sociale: nuovi paradigmi per fare sviluppo sul territorio”.
Un appuntamento pensato per portare alla ribalta alcuni tra gli attori più interessanti del cambiamento economico che sta investendo non solo il nostro Paese ma l’intero pianeta e che si stanno rivelando volano di sviluppo per le nostre città. Tra gli enti invitati all’Assemblea, per aver messo in pratica iniziative innovative e virtuose all’interno delle rispettive comunità, vi era anche il Parco Eco-Archeolgico di Pontecagnano Faiano, rappresentato dalla direttrice Francesca Ferro.
Nell’ambito del suo intervento si è discusso di sostenibilità ambientale e di agricoltura inclusiva, raccontando l’esperienza decennale degli orti urbani: una pratica virtuosa che promuove l’inclusione sociale, la cultura delle tecniche biologiche e la buona alimentazione. La direttrice ha, inoltre, illustrato il progetto “Il Parco InVita” proposto nell’ambito dell’avviso pubblico “giovani per la valorizzazione dei beni pubblici” e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e Servizio Civile. Il progetto ha dato la possibilità ai giovani volontari, che da anni gestiscono l’area, di aprire la strada verso una vera e propria impresa sociale offrendo agli operatori una prospettiva maggiormente professionalizzante da poter spendere sul mercato della green economy e l’opportunità di arricchire l’attrattività dell’area dal punto di vista turistico.
“Dopo i riconoscimenti ottenuti, come lo studio dell’Ocse (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sull’inclusione sociale e la ricerca INEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria) su agricoltura e beni pubblici, il Parco Eco-Archeologico raggiunge un altro traguardo – ha affermato con soddisfazione la Presidente Carla Del Mese – ponendosi, ancora una volta, all’attenzione nazionale come modello di comunità virtuosa e attiva nella promozione e nella valorizzazione di un bene comune a gestione integrata. Il Parco è divenuto, altresì, fucina di esperienze replicabili educatoriali e didattiche, creando un progetto di inclusione sociale ma anche professionale di cui andiamo particolarmente fieri”.