Un pezzo di storia dimenticato, un testimone silenzioso di un’antica civiltà dedita all’agricoltura e all’allevamento ma già capace di realizzare grandi opere di ingegneria. In provincia di Salerno, è stato rinvenuto un acquedotto in pietra che potrebbe essere la più antica testimonianza del passato rurale dell’intera piana del Cilento ed ha, per questo, un importantissimo valore archeologico. Durante la pulizia di un terreno in località Monte Cicerale, sull’antica via Poseidonia che da Paestum si snoda attraverso il cuore del Cilento, due operai della forestale, Franco Avenia ed Edoardo Palumbo, hanno trovato l’antico acquedotto nascosto tra rovi e sterpaglie. Simone Gioia, esperto di storia locale,ritiene che l’opera sia databile ad oltre cinque secoli fa. “Esperienza bellissima anche se claustrofobica” commenta Gioia, dopo aver esplorato la struttura che si trova su un lembo di terra sovrastante la Strada provinciale 83 ed a poche centinaia di metri da un convento benedettino. All’ingresso si entra in un cunicolo sotterraneo, al centro del quale, su una soletta di cocci, scorreva acqua calcica, usata per l’approvvigionamento delle famiglie montesi. Fino a una cinquantina di metri all’interno del cunicolo è ottimo lo stato di conservazione. Il ritrovamento apre nuovi scenari per gli studi storici sul Cilento. (testo Annacarla Tredici, foto Simone Gioia)