Cilento, la drammatica situazione della rete stradale non permette alcuna possibilità di sviluppo turistico.

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rizzico_3dal Presidente dell’Ordine dei Medici di Salerno Prof. Bruno Ravera, da cittadino, riceviamo e pubblichiamo

Sono stato nei giorni scorsi a Sapri per motivi professionali. Nel viaggio di ritorno mi sono fermato a Pisciotta mio paese natale.

Ebbene, sono rimasto a dir poco scandalizzato e indignato per lo stato delle strade da Poderia in su. E’ incredibile che tutti, dico tutti, gli avvallamenti, le buche o semi-voragini ch’erano state riscontrate negli anni scorsi sono esattamente negli stessi punti, soltanto notevolmente aggravati, testimoni muti di una imprevidenza che non è ulteriormente tollerabile. Lasciamo stare il cedimento (si fa per dire) del viadotto che blocca la superstrada cilentana a Prignano che è però un fatto gravissimo, ma il resto? La stampa, io credo, avrebbe non solo l’obbligo di informare i cittadini e questo lo fa, ma anche di fare un’approfondita inchiesta per stabilire le responsabilità, non quelle generiche, ma quelle che hanno nome e cognome. Io vado in vacanza nel Cilento perché ci sono nato e quindi affezionato, ma se dovessi scegliere da italiano una località peraltro di una bellezza incomparabile, me ne guarderei bene perché si tratta veramente di correre seri rischi.

Dovrebbe essere chiaro che con questa situazione della viabilità non vi è alcuna prospettiva di sviluppo e di incremento del turismo, che già vive una stagione difficile. E il turismo è l’unica risorsa che rimane a questi sfortunati paesi. Non credo che questo dissesto sia colpa di sfavorevoli congiunzioni astrali e allora, si chiariscano le responsabilità qualunque esse siano. Il Cilento, mi sento di dire, non merita questo abbandono che compromette il suo sviluppo. La strada tra Ascea e Pisciotta è interrotta da “sempre” ed è attualmente assolutamente impraticabile.

E’ possibile che Pisciotta, Palinuro ed altri centri siano raggiungibili solo attraverso la superstrada da Vallo a Sapri, che comporta un allungamento di decine di chilometri?

Già la stagione turistica si è tendenzialmente ristretta per le difficoltà economiche che affliggono il Paese e dura non più di due mesi, di cui solo nella prima metà di agosto si registra il tutto esaurito. Se si aggiungono queste evitabili difficoltà c’è il rischio che in queste zone vengano compromesse le già difficili prospettive di sviluppo. Il continuo inevitabile abbandono dei giovani, la crisi demografica che raggiunge valori negativi, l’assenza di un programma organico di sviluppo turistico e agro-alimentare sono la testimonianza di un degrado che si avvia a diventare irreversibile.

Bruno Ravera

18.05.2016